La nuova vita di Adrian Mutu dopo calcio e cocaina

L'ex giocatore di Inter, Juve, Fiorentina ha deciso di cambiare vita dopo aver chiuso con il calcio giocato

13 Ottobre 2016
Fonte: Instagram

Adrian Mutu si è lasciato alle spalle il calcio, la cocaina, i conflitti con gli ex club per intraprendere un percorso professionale diverso anche se non distante dal mondo a cui appartiene.

La Dinamo Bucarest, la società in cui ha giocato dal 1998 al 2000, lo ha presentato ufficialmente come nuovo direttore generale. E Mutu non nasconde l’entusiasmo per questa nuova attività: “E’ un onore debuttare con un ruolo così importante in una squadra come la Dinamo. Spero di ripagare la fiducia che mi è stata data”.

Il 37enne ha firmato con l’azionista di maggioranza del club, Ionut Negoita: “Sono contento che Adrian Mutu, da oggi con noi e sono sicuro che la sua esperienza nel calcio internazionale ci condurrà ad un nuovo standard di prestazioni sia a livello nazionale che in Europa”, ha detto Negoita subito dopo la firma del contratto con il giocatore.

Dopo l’ultima parentesi da calciatore con la maglia del Targu Mures, formazione militante nei bassifondi del campionato romeno, l’ex attaccante di Juventus, Chelsea e Fiorentina ha valutato quale fosse la via da intraprendere per il futuro, dopo l’agonismo.

Anche per il secondo club di Bucarest, che attualmente è quinto in campionato a 10 punti dallo Steaua, si tratta di un importante colpo di mercato, nonostante il neo direttore generale non ricopra più quel ruolo che lo ha reso noto al grande pubblico.

Mutu ha giocato nella Dinamo Bucarest per due anni, dal 1998 al 2000, segnando 29 gol in 42 presenze e vincendo due trofei campionato e Coppa di Romania. Poi, passò in Italia dove ha giocato con Inter, Verona e Parma. Andò in Inghilterra, al Chelsea dove nel secondo anno fu coinvolto in uno scandalo per uso di cocaina e fu licenziato. Nel 2005 passò alla Juventus, attraverso il tesseramento con il Livorno; ci restò un anno prima di andare alla Fiorentina dove i rilanciò ma ebbe nuovi problemi con l’antidoping, questa volta per la presenza di metaboliti della sibutramina, uno stimolante che annulla gli effetti della fame; fu squalificato nove mesi.

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