Montessori: 10 consigli per rendere i nostri figli indipendenti e felici

Da più di cento anni il metodo Montessori insegna come educare i bambini all'indipendenza e alla responsabilità, rendendoli felici e aperti al futuro

15 Febbraio 2016

Maria Montessori, importante medico e pedagogista, è famosa in tutto il mondo per il metodo educativo da essa stessa ideato più di un secolo fa. Il metodo Montessori si pone come alternativa ad un’educazione di stampo autoritario, e rivolge particolare attenzione alle necessità e ai bisogni del bambino, rispettandone la spontaneità e valorizzando le caratteristiche peculiari di ogni individuo.

Se posto nel giusto ambiente e stimolato in modo adeguato, il bambino impara ad autoregolarsi e ad essere responsabile, perché per sua natura è amante dell’ordine e della disciplina. Non sarà allora necessario incoraggiarlo a comportarsi nel modo migliore ricorrendo ad un sistema di premi e punizioni.

Compito basilare di ogni buon educatore è favorire l’indipendenza. Il genitore non deve sostituirsi al figlio nello svolgimento dei compiti che egli è in grado di affrontare, bensì deve aiutarlo a rendersi indipendente nelle azioni quotidiane della vita come mangiare, lavarsi e vestirsi. Deve dargli fiducia affidandogli incarichi adatti alla sua età, ma non deve impedire che compia azioni che il genitore reputa troppo difficili.

Insegnargli a svolgere un compito con precisione, come apparecchiare e servire a tavola, è un esercizio che sviluppa e affina l’armonia del corpo e il controllo dei movimenti. L’educatore deve osservare e lasciar agire, intervenendo solamente nei casi in cui sussista un pericolo reale.

Non bisogna forzare il bambino a fare qualcosa che non vuole fare, ma è invece necessario assecondare le sue esigenze di apprendimento, lasciandolo libero di scegliere i giochi o gli strumenti che preferisce. Il contatto con la natura è un elemento di fondamentale importanza per un sano sviluppo: prendersi cura di animali e piante lo educa alla previdenza e alla responsabilità, perché egli si rende conto che le azioni hanno delle conseguenze sugli altri.

Per non minarne l’autostima, il genitore deve rafforzare e sviluppare le qualità del figlio senza fargli notare le sue mancanze.

La scuola, accogliente e familiare, deve rappresentare un ambiente a misura di bambino, un luogo consono alla sua miglior educazione. Per il bambino, la vita è un’esperienza nuova, egli non conosce nulla ed ha l’esigenza di imparare: è come un viaggiatore che si trova ad esplorare un mondo nuovo, di cui ignora ogni cosa.

L’educatore, rispondendo alle sue domande, deve soddisfare le sue curiosità e la sua sete di conoscenza, per prepararlo ad affrontare al meglio il meraviglioso viaggio della vita.

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