Abbandona la sposa all'altare e si difende: "Ero di turno"

Il giorno delle nozze lo sposo l'ha lasciata, affermando che non poteva partecipare al matrimonio perché doveva lavorare

28 Giugno 2017

Ha abbandonato la sposa all’altare in quello che sarebbe dovuto essere il giorno più bello della sua vita, poi si è difeso affermando che quel giorno era di turno al lavoro e non poteva assentarsi. Continua ad arricchirsi di particolari la storia dei due mancati sposi di Sorso, in Sardegna.

Lei, 39 anni, lui 24, si erano conosciuti su Facebook sette mesi fa e poco dopo avevano deciso di sposarsi. Peccato che lui, militare di stanza ad Alghero, non si sia presentato all’altare il giorno delle nozze, affermando che doveva lavorare. “Devo rientrare in caserma” avrebbe detto alla futura moglie che l’attendeva in chiesa insieme a parenti e amici.

“Avevo anticipato già dal giorno prima che non potevo essere al matrimonio per questioni di turno e perché stavo male – ha raccontato il 24enne sposo mancato -. Lei, invece di chiedermi di rinviare le nozze mi ha attaccato dicendo che voleva i danni morali. Si faccia un esame di coscienza, doveva essere più sincera con me dopo tutto quello che ho fatto per lei”.

“La mia famiglia era contraria al matrimonio – ha aggiunto poi il ragazzo -. L’hanno saputo solo due settimane prima perché lei ha fatto di tutto per tenerlo nascosto. Mi aveva convinto a sposarmi senza dire nulla ai miei”.

Immediata la replica di lei che ha ribadito di non aver costretto nessuno a sposarla. “Abbiamo pensato di sposarci e ci siamo preparati. Pubblicazioni in Comune, corso prematrimoniale in chiesa. Don Luca è un prete speciale: ci ha spiegato bene cos’è il matrimonio. Da Giovanni mai una perplessità. Certo, sapevo che i genitori non approvavano, ma non avrei immaginato” ha raccontato la donna, che dopo essere stata mollata all’altare ha deciso comunque di partecipare al pranzo di nozze”.

Nadia Murineddu, questo il nome della donna, ha svelato di aver affrontato con filosofia il rifiuto: “L’idea di andare comunque al ristorante dove erano pronti rinfresco e pranzo è stata di mio padre – ha detto -. Ci avevo pensato anch’io, ma è stato lui a dire “Andiamo, tanto è già tutto pagato”. Un modo per sdrammatizzare… e infatti ho subito reagito anche io. Ho pensato: in fondo non è morto nessuno, la vita continua”.

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