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Donna che allatta dall'ascella, la scena disgustosa

Subito dopo aver partorito, una donna portoghese si è resa conto di poter produrre latte materno dall'ascella: ecco il perché

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Dal Portogallo è arrivata una notizia piuttosto insolita, tanto che per alcuni può essere decisamente disgustosa: una donna, qualche giorno dopo aver partorito, si è resa conto di essere in grado di produrre latte non soltanto dal seno ma anche dalla sua ascella. Una condizione piuttosto rara ma spiegata perfettamente dalla scienza. Siete curiosi di sapere per quale motivo è successo?

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Andiamo con ordine. Dopo due giorni dal parto, una donna portoghese di 26 anni ha cominciato ad avvertire un forte dolore all’interno dell’ascella destra. Allarmati, i medici hanno cominciato ad osservare la massa presente sotto il braccio della paziente, trovandosi di fronte a un bozzo solido e rotondo, in grado di rilasciare del liquido bianco quando schiacciato.

Due dottoresse dell’Ospedale di Santa Maria di Lisbona, Cristiana Marinho-Soares e Maria Pulido-Valente, hanno approfondito meglio l’intera questione, stabilendo che quel liquido altro non era altro che latte materno. In un articolo scientifico pubblicato sul New England Journal of Medicine, le due studiose hanno rivelato che la donna è affetta da polimastia, ovvero da una anomalia congenita caratterizzata dalla presenza di mammelle in numero superiore alla norma.

Solitamente, questa condizione si manifesta con la presenza di un capezzolo in più, ma talvolta – come in questo caso – il latte materno può stillare anche direttamente, dagli stessi tessuti.

Nelle donne che presentano la polimastia, soprattutto nel periodo immediatamente successivo al parto, il deflusso del latte da questi tessuti provoca appunto dolore, disagio e gonfiori come quelli avvertiti dalla donna osservata in Portogallo. La condizione è assolutamente benigna ma le ricercatrici hanno fatto presente che nelle pazienti affetti da polimastia è importante estendere gli screening di routine per la prevenzione del cancro al seno anche ai tessuti aggiuntivi, come in questo caso l’ascella.

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