Guadagni 120 euro all'ora per insegnare agli alunni che dormono

La nuova frontiera dell’insegnamento? Dare lezioni a studenti che dormono: questo servizio esiste ed è anche ben retribuito, ecco come funziona

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Molti studenti sono alle prese con il ripasso di tutti i programmi, a sgobbare sui libri in vista del temutissimo esame orale (non vi preoccupate, commettono errori anche al Ministero!), a fare le ore piccole bevendo caffè come fosse acqua per cercare di restare mentalmente attivi, ma forse non sanno che da qualche settimana a questa parte esiste un nuovissimo servizio che permette loro di imparare mentre schiacciano un pisolino.

Sembra un controsenso insegnare a persone che si trovano tra le braccia di Morfeo (a proposito, in questa scuola si va a lezione di abbracci), eppure la nuova frontiera del tutoring si basa su alcune evidenze scientifiche secondo cui i centri della memoria si attivano durante il sonno. Il cervello, infatti, impiega circa 48 ore per elaborare le informazioni che riceve, far sedimentare le più importanti e richiamarle così alla memoria al momento del bisogno: la fatidica notte prima degli esami, che Antonello Venditti ha descritto così bene nel celebre brano omonimo, è meglio trascorrerla a dormire!

Si può comunque giocare d’anticipo e ottimizzare i tempi di studio assoldando un tutor che insegni agli studenti nozioni di matematica e inglese prima da svegli e poi mentre dormono: basta rivolgersi a Tutor House, il servizio di lezioni private fondato da Alex Dyer che propone a chi si iscrive di farsi seguire da un tutor a casa che continua a ripetere concetti e pensieri anche mentre l’alunno si stende sul letto e chiude gli occhi.

Invece di contare le pecore, colui che necessiterà di questo servizio sentirà una voce in lontananza che lo aiuterà a memorizzare meglio ribadendo vocaboli, formule o paradigmi (ecco come si insegnano le tabelline in questa scuola).

Per questo tipo di tutoraggio, il compenso è piuttosto interessante: 120 euro all’ora, giustificati dal fatto che gli orari potrebbero non avere nulla a che fare con quelli canonici da ufficio. Chissà cosa pensa di questa “trovata” l’insegnante che usa l’hip hop per spiegare la matematica ai propri studenti…

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