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Cosa significa mistress? Origine della parola e significato

Vi siete mai chiesti cosa significa mistress? Andiamo a scoprire insieme qual è l'origine di questa parola e il suo vero significato.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Negli ambiti dei giochi di ruolo a sfondo hot, il termine “mistress” viene spesso menzionato e discusso. Tuttavia, l’origine e il significato di questa parola risalgono a tempi lontani e si estendono ben al di là di tale contesto. In questo articolo esploreremo le radici della parola “mistress” e cercheremo di comprendere quale sia il suo vero significato e cosa faccia in concreto.

Scopriremo che il termine ha una storia affascinante e che il suo significato si è evoluto nel corso dei secoli, abbracciando diverse sfaccettature che spaziano dalla sfera personale a quella professionale.

Da dove viene il termine “mistress”?

Il termine “mistress” fa la sua prima comparsa intorno al XIV secolo in Inghilterra, in un’epoca in cui veniva utilizzato in un senso ampio per descrivere una donna che esercitava un’autorità forte o addirittura dittatoriale all’interno della società. Era un termine che indicava qualsiasi donna che impose con decisione la propria volontà. Tuttavia, documenti successivi, risalenti a circa un secolo dopo, testimoniano come il termine “mistress” abbia acquisito nel corso del tempo numerosi altri significati.

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Intorno al 1500, questa parola veniva utilizzata per alludere e sottolineare l’influenza che una donna era in grado di esercitare su un uomo sposato. A quel tempo, era una sorta di metafora che indicava quindi una persona priva di scrupoli, capace di ammaliare e corrompere gli uomini al punto da indurli a cadere in tentazioni illecite e a intraprendere relazioni sessuali extraconiugali senza moralità.

Successivamente, nel corso del XX secolo, l’appellativo “mistress” subisce un’ulteriore evoluzione, modificando ancora una volta il proprio significato e arrivando a quello che gli diamo oggi.

Cosa significa mistress in italiano?

Nella lingua italiana, il termine inglese “mistress” viene spesso tradotto come “padrona” o “dominatrice”, richiamando l’aspetto di autorità e controllo tipico di alcuni giochi di ruolo particolarmente piccanti. Tuttavia, è importante sottolineare che il concetto di mistress va ben oltre questa connotazione specifica.

Una mistress può essere definita anche come:

  • La proprietaria di qualcosa, come ad esempio una casa o un patrimonio. In questo contesto, il termine richiama l’idea di una donna che detiene un’autorità e un controllo sulla sua proprietà, e che può prendere decisioni riguardanti la sua gestione.
  • Un ruolo professionale. Ad esempio, una mistress può essere la direttrice di una scuola, indicando una figura di responsabilità e leadership educativa. In questo caso, il termine sottolinea la posizione di potere e la competenza della persona nel dirigere l’istituzione scolastica.
  • Una donna particolarmente esperta o competente in un determinato campo. Ad esempio, si potrebbe parlare di una “mistress of art”, riferendosi a una donna che possiede una vasta conoscenza e abilità nel campo artistico. Questo utilizzo della parola sottolinea il livello di maestria e specializzazione che una persona ha raggiunto in un ambito specifico.
  • Una persona che ricopre un ruolo autoritario.

Cosa fa la mistress

Il concetto di “mistress” o “padrona” negli attuali contesti BDSM è associato a una donna che si impegna a perseguire un obiettivo particolare: torturare gli uomini, sottometterli e annientarli completamente sia fisicamente che mentalmente. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che il BDSM si basa su dinamiche di consenso, e ogni pratica deve avvenire nel rispetto dei limiti e delle volontà delle persone coinvolte.

Una mistress rispettabile si comporta con autorità e deve essere in grado di farsi rispettare, temere e obbedire dai suoi schiavi. È una figura dominante che detiene il controllo nel rapporto. La padrona può praticare una varietà di attività con il suo schiavo, tutte rientranti nel campo del BDSM. È importante che una padrona competente sia in grado di far sperimentare piacere attraverso il dolore al suo schiavo, poiché questa è una componente fondamentale di questo tipo di pratiche (che non si limitano affatto a quello che potrebbe essere un semplice massaggio erotico).

Inoltre, la mistress esercita un certo grado di pressione mentale sul suo schiavo. Questo aspetto psicologico del rapporto è cruciale per stabilire una dinamica di dominanza e sottomissione. La mistress ha quindi il potere di punire il suo servo attraverso metodi come frustazioni, legature, tortura fisica e umiliazione psicologica, o tramite altre forme di disciplina e controllo.

Nel rapporto BDSM, ricordiamo ancora, la relazione tra lo schiavo e la padrona deve essere basata su una costante consapevolezza e presenza. Entrambe le parti devono concordare su ciò che accade e i limiti da rispettare. Non si tratta pertanto di un’oppressione che esce al di fuori di una volontà consensuale, ma di un accordo reciproco in cui entrambe le persone trovano piacere e sperimentano sensazioni uniche, compreso il dolore.

Mistress, tre testimonianze di dominatrici

Le testimonianze di alcune dominatrici professioniste offrono un’opportunità di comprendere meglio il mondo di queste donne. Attraverso le loro esperienze, è possibile acquisire una prospettiva più approfondita sul loro lavoro e sulla complessità dei rapporti che si instaurano con i loro schiavi. Su Internet, è possibile trovare facilmente queste testimonianze, che offrono uno sguardo autentico all’interno delle loro professioni.

A Il Giornale, qualche anno fa Mistress L. ha raccontato: “Un tipo sui 50 s’è fatto legare nudo in ginocchio davanti allo specchio del bagno e ha voluto che io, con una vecchia divisa da infermiera, gli rasassi la testa. Poi è scappato. Molti hanno sensi di colpa pazzeschi. Poi ci sono quelli che si fanno prendere a calci i genitali che, in una sorta di visione bene-male, rappresentano il male. Loro insistono che colpisca, sono io che freno, che pongo il limite, la vittima non vuole. Altri col face-sitting vorrebbero essere portati quasi alla perdita di coscienza. Molti mi chiedono di essere legati, calpestati, bagnati d’urina che spesso bevono. E poi c’è tutto il feticismo del piede e della scarpa, del tacco che spinge sulla carne…”.

Nuova Società, invece, ha intervistato una mistress di Torino, che ha parlato del suo lavoro in termini molto professionali: “Per me sono fondamentali regole chiare e limiti al gioco che vengono concordati prima di cominciare. Vi è un rapporto di fiducia estremo nel lasciarsi legare. Prima di ogni sessione, mi informo sui limiti di sopportazione e le esigenze della persona. Lavoro, malattie, relazioni. Se lo schiavo ha un limite basso quando lo raggiunge smetto e procedo in modo che il gioco lo decida io“.

Anche AdriaticoNews qualche anno fa intervistò una dominatrice di Venezia, che precisò a sua volta: “Mistress si nasce, competenti rispetto alle pratiche si diventa. Essere dominanti, autoritari, sicuri di sé è un’indole. La competenza rispetto all’esecuzione di determinate pratiche che magari comportano anche l’utilizzo di strumentazione si fa nel tempo frequentando scuole, corsi e sperimentando con le persone. Quando ci sono incidenti è perché le persone sono disinformate, generalmente irrispettose, malamente attrezzate, non competenti e non consapevoli, in primis di sé stesse e dei propri limiti. Per eseguire determinate pratiche bisogna avere necessariamente delle competenze. Ci vuole tanta preparazione ed esperienza, lucidità, buon senso, comunicazione costante e fondamentale: il consenso. Il consenso esiste quando entrambe le parti sono consapevoli e d’accordo. La preparazione come dicevo si si acquisisce frequentando dei corsi e workshop specifici, ci sono anche i medici che si possono contattare per chiedere delucidazioni“.

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