Peggiore abitudine alimentare che accelera la perdita ossea

L’osteoporosi è una patologia grave che colpisce soprattutto le donne: ecco come combattere la perdita ossea a tavola

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La crescita delle ossa è un processo piuttosto lungo che si conclude intorno ai 30 anni: dopo questa età, se non si sta attenti con alimentazione e movimento, è possibile inaugurare un altrettanto lungo periodo di perdita della massa che sfocerà, complice nelle donne anche l’arrivo della menopausa, in osteoporosi.

Questa patologia è caratterizzata da una scarsa densità minerale dell’apparato scheletrico e da un forte deterioramento del tessuto osseo: la prima causa della fragilità ossea è certamente l’invecchiamento tuttavia ci sono cattivissime abitudini nello stile di vita che conduciamo normalmente che possono velocizzare la comparsa dei sintomi della malattia.

Il calcio e la vitamina D sono alla base di una buona struttura ossea, dunque tutti i prodotti caseari – dal latte ai formaggi – a cui aggiungiamo i cibi più ricchi di vitamina D, come i pesci grassi, vanno consumati con regolarità.

Chi è intollerante al lattosio e segue una dieta assumendo latticini a base vegetale, rischia di andare incontro ad una importante carenza di questi due fondamentali nutrienti.

Per quanto riguarda nello specifico l’assunzione di vitamina D, anche sostituire regolarmente salmone, sgombro, aringhe e gamberi con carne rossa ci farà perdere l’importantissima occasione di proteggere le nostre ossa.

Ricordiamo che calcio e vitamina D lavorano di concerto per sostenere l’apparato scheletrico e che quasi tutto il calcio che abbiamo in corpo è localizzato nelle ossa: ciò significa che dobbiamo integrarlo nel modo più efficace possibile nel momento in cui inizia a mancare.

La dose giornaliera per gli adulti è di 1.000 milligrammi al giorno ma questa quantità aumenta a 1.200 milligrammi al giorno per le donne dopo i 51 anni: è proprio con l’arrivo della menopausa che il gentil sesso viene maggiormente colpito dall’insorgenza di osteoporosi. Quando si tratta di salute è sempre meglio prevenire che curare, dunque il consiglio è fare le analisi necessarie per controllare i livelli di calcio e vitamina D e poi agire di conseguenza correndo ai ripari se queste sostanze sono carenti.

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