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La 'porta dell'inferno' uccide chiunque entri nel misterioso portale: dove si trova

Un portone infernale o solamente una leggenda? Ecco quello che conosciamo sul mistero del Portale per l'Inferno

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

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Il mistero dietro l’antico ‘Portale per l’Inferno’ ha finalmente ricevuto una spiegazione razionale dopo essere stato avvolto nella leggenda e in racconti risalenti a secoli fa. Finora le strutture simili a grotte in Turchia erano considerate il passaggio verso l’aldilà da cui nessuno sarebbe tornato vivo.

Ma, il mito greco antico secondo cui il ‘respiro di Ade’ avrebbe ucciso tutto ciò che entrava nel passaggio, è stato ora chiarito dagli scienziati. Ora si crede che i miti che circondano il ‘Portale per l’Inferno’ derivino effettivamente dall’antico geografo greco Starbo, il cui libro di 2.000 anni fa, ‘Geographica’, descrive il mito.

Nel libro si legge: “Si tratta di un’apertura di dimensioni moderate abbastanza grande da permettere a un uomo di entrare, ma raggiunge una profondità considerevole e questo spazio è pieno di un vapore così nebbioso e denso che difficilmente si riesce a vedere il terreno. I tori che vi sono condotti cadono e vengono trascinati fuori morti. Ho lanciato dentro degli uccelli e immediatamente hanno smesso di respirare e sono caduti.”

Il ‘Portale per l’Inferno’ doveva essere usato persino per sacrificare animali secondo la leggenda antica. Ma, stranamente, la leggenda racconta anche che preti castrati che erano stati mandati alla morte, in realtà riuscirono a sopravvivere e Starbo rifletteva che doveva essere dovuto al fatto che erano stati castrati.

E mentre per anni molti hanno creduto che fosse il ‘respiro di Ade’ a uccidere quasi tutto ciò che si trovava sul suo cammino, un’altra spiegazione è finalmente emersa. Nel 2018, un team di ricercatori, guidato da Hardy Pfanz, biologo dei vulcani presso l’Università di Duisburg-Essen in Germania, ha effettuato una serie di test e ha misurato più precisamente i livelli di CO2.

Mentre il giorno diventava notte, i livelli di CO2 aumentavano rapidamente e si prevedeva che questo fosse il momento della giornata in cui gli animali più piccoli sarebbero stati gettati dentro. Ha concluso che gli animali non sarebbero stati abbastanza alti per sfuggire ai gas letali. Tuttavia, secondo Pfanz, i preti avrebbero probabilmente saputo che i gas raggiungevano solo un’altezza massima significativamente inferiore a loro.

 

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