Produrre energia dalle onde: in Italia è già realtà

Ricavare energia dalle onde è possibile. In Italia è stato installato un impianto a basso impatto ambientale sulle coste di Marina di Pisa

Pubblicato:

Ricavare energia dalle onde è stato un obiettivo perseguito per anni da ingegneri e ricercatori scientifici. In Italia il progetto è diventato realtà. Dallo scorso anno a Marina di Pisa è attivo il primo impianto che sfrutta il moto ondoso per produrre elettricità. L’impianto è stato posato sulla superficie del fondo marino al largo delle coste pisane. Ha una potenza di 50kW ed è già attivo e collegato alla rete elettrica. A potersi vantare della realizzazione del progetto è la 40 South Energy, società con una sede a Londra ed una in Toscana, ad Ospedaletto di Pisa.

Le onde del mare sono una fonte di energia teoricamente migliore rispetto all’energia eolica e solare poiché il moto ondoso è incessante per tutte le ore del giorno. Ricavare energia dalle onde evita i problemi dovuti all’incostanza della produzione da fonte rinnovabile che sta mettendo a dura prova i sistemi elettrici moderni. Inoltre, al contrario dell’energia ricavata dalle maree e dal vento, potenzialmente tutti i fondali marini sono utilizzabili per produrre energia. I luoghi utili per posizionare gli impianti sono quindi più numerosi rispetto alle energie rinnovabili sviluppate sino ad ora.

Perché quindi ricavare energia dalle onde non è una realtà già diffusa? Il problema che i ricercatori hanno dovuto affrontare è dato dalla forza distruttrice delle onde, soprattutto in occasione di mareggiate. L’acqua infatti ha una densità mille volte superiore a quella del vento e di conseguenza gli urti delle onde possono danneggiare le strutture. 40 South Energy ha risolto questo problema posizionando a Pisa gli impianti sul fondo marino, al di sotto della superficie del mare dove l’energia da sfruttare è minore ma costante, senza picchi potenzialmente distruttivi.

L’impianto di Marina di Pisa è installato a circa sette metri di profondità, distante 200 metri dalla costa ed è collegato a terra con dei cavi completamente interrati. L’impianto è costituito da una guida su cui è montata una componente mobile spostata avanti e indietro dalle onde. Il movimento è trasformato in energia elettrica da un sistema elettromeccanico installato all’interno dei moduli. Un accumulatore permette poi un’uscita stabile dell’energia. L’impatto ambientale è trascurabile: l’impianto non è visibile, ma non intralcia la navigazione ed è innocuo per la fauna marina.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti