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Ti dimentichi molte cose? In realtà stai apprendendo

La scienza ci rincuora, spiegando come funziona il processo dell'oblio.

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Pensate di avere la mente che fa acqua da tutte le parti perché fate fatica a ricordare la qualunque? Beh non è ancora l’ora di farvi rinchiudere in un centro anziani e di piangere le vostre lacrime più amare. Lo dice la scienza. Dimenticare infatti potrebbe non essere una cosa negativa, ma potrebbe rappresentare una forma di apprendimento.

Come riporta il sito Greenme.it, secondo uno studio i cambiamenti nella nostra capacità di accedere a memorie specifiche si basano sul feedback ambientale e sulla prevedibilità. L’oblio può essere una caratteristica funzionale del cervello, che gli permette di interagire dinamicamente con l’ambiente.

Dimenticare alcuni ricordi può quindi essere utile perché porterebbe a comportamenti più flessibili e a un migliore processo decisionale. Gli scienziati sostengono che impariamo a dimenticare alcuni ricordi conservandone altri che sono importanti. Certo, l’oblio porta alla perdita di informazioni, ma almeno in alcuni casi esso è dovuto a un accesso alterato alla memoria piuttosto che alla perdita di memoria.

Ecco le parole del dottor Ryan, il cui team di ricerca ha sede presso il Trinity Biomedical Sciences Institute (TBSI): “I ricordi sono immagazzinati in insiemi di neuroni chiamati ‘cellule engram’ e il successo del richiamo di questi ricordi implica la riattivazione di questi insiemi. L’estensione logica di questo è che l’oblio si verifica quando le cellule engram non possono essere riattivate. I ricordi stessi sono ancora lì, ma se gli specifici ensemble non possono essere attivati ​​non possono essere richiamati. È come se i ricordi fossero conservati in una cassaforte ma non si riuscisse a ricordare il codice per sbloccarlo”.

Secondo la nuova teoria l’oblio è dovuto al rimodellamento del circuito che cambia le cellule dell’engram, da uno stato accessibile a uno inaccessibile. Dato che il tasso di dimenticanza è influenzato dalle condizioni ambientali, si pensa che dimenticare sia una forma di apprendimento che altera l’accessibilità della memoria in linea con l’ambiente. Siete più sollevati, vero?

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