Qui il capo non può chiamare dopo l'orario di lavoro

Il dipendente non stacca mai veramente dal lavoro, perchè è esposto al flusso costante di messaggi ed email da smartphone: in Francia hanno risolto

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Le nuove tecnologie hanno cambiato completamente il mondo del lavoro, in gran parte in positivo: la rete internet ha facilitato molto la connessione fra le persone e lo scambio di dati, rendendo possibile anche lavorare da casa esattamente come in ufficio.

Questo lato positivo ne nasconde però anche uno negativo: il dipendente, grazie ai dispositivi tecnologici che non abbandona mai, come ad esempio lo smartphone, è sempre connesso e sempre potenzialmente reperibile. Ciò significa non staccare mai ed essere sempre esposti al flusso di messaggi ed e-mail, anche se si è finito di lavorare: certo, qualcuno potrà obiettare che si può sempre non leggere nulla, ma gli psicologi fanno notare che il lavoratore può entrare in stato di ansia anche alla sola idea di poter essere raggiunto fuori dall’orario lavorativo.

La Francia è il primo paese ad essersi reso conto di questa degenerazione dovuta alla tecnologia ed ha introdotto il “diritto a disconnettersi“: già nel 2001 la Corte Suprema ha stabilito che il dipendente non è obbligato a portarsi il lavoro a casa, se questo non è previsto dal contratto lavorativo e nel 2004 lo ha ribadito, affermando anche che non si può essere giudicati, negativamente o positivamente, per la propria reperibilità dopo il lavoro.

In Italia non esiste alcun pronunciamento del genere ed in realtà esistono lavori che prevedono proprio una “reperibilità“, inserita però nel contratto e adeguatamente retribuita. In attesa di una legge a tutela del tempo libero del lavoratore al tempo di internet si può fare di necessità virtù: ad esempio destinare un cellulare o una scheda SIM soltanto ai messaggi di lavoro e disconnetterla quando si arriva a casa!

 

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