Aleppo e le altre città della Siria danneggiate dalla guerra

La Siria, ricca di cultura e storia, è continuamente danneggiata dalla guerra: una tragedia culturale e umanitaria che tocca numerose città

7 Aprile 2016

Aleppo è una città tra le più antiche al mondo: quattromila anni di storia e le tracce di decine di popoli da secoli scomparsi. Ittiti, babilonesi, macedoni, romani, bizantini, mongoli, arabi, ottomani e francesi si sono alternati nel controllo di questa stupenda città, la capitale del nord, il primo centro per numero di abitanti dell’attuale Repubblica di Siria.

Secoli di dominazione straniera hanno arricchito di testimonianze storiche ed archeologiche le strade e le piazze, creando così un luogo dal fascino indiscusso; un luogo che per molti versi oggi non esiste più, essendosi trasformato in una città deserta e devastata dagli orrori di una guerra senza fine. Un destino che purtroppo accomuna Aleppo a gran parte della Siria e a numerose nazioni del Medio Oriente.

Le lotte innescatesi con la primavera araba del 2011 e incrementatesi con l’offensiva dell’Isis, hanno ridotto questo centro, crocevia di culture, religioni e popoli, in una terra di nessuno. Sotto la potenza delle armi da fuoco di tre eserciti contrapposti (“regolari”, ribelli ed Isis), sono crollate moschee, chiese, templi, antichi mercati, musei, monumenti millenari. Un destino che ha finito per accomunare la capitale del nord ad altre città siriane come Palmira, Homs, Latakia.

La guerra in Siria

Tra i monumenti e le antiche testimonianze architettoniche di Aleppo che hanno maggiormente risentito delle devastazioni belliche di questi anni, sono da segnalare la cosiddetta Moschea di Zaccaria e il suq, ovvero il mercato, risalente al periodo bizantino e distrutto da un terribile incendio.

La furia della guerra, tuttavia, non ha danneggiato la sola Aleppo: città come Palmyra, Damasco e Homs si sono viste sgretolare sotto il martellamento di bombe, missili e granate. Altri centri sono divenuti veri e propri bunker per le diverse fazioni. Un caso su tutti la piccola Raqqa che, invasa dai miliziani dell’Isis, ha subito devastanti bombardamenti da parte delle forze governative e di alcune potenze NATO.

Latakia

Dell’antico porto di Laudicea (o Latakia) e delle spiagge dorate che per decenni hanno attratto migliaia di turisti in questa zona, oggi resta solo un ricordo. Sin dal 2011, infatti, la città è stata sottoposta a pesanti attacchi da parte delle forze governative.

Palmyra

Le immagini degli eleganti templi di questo antico centro carovaniero, fatti distruggere dai terroristi dell’Isis, sono ancora fissi negli occhi e nella mente del mondo intero: una tragedia culturale che va a sommarsi a quella umanitaria vissuta dalla Siria.

Homs

Anche Homs, la cosiddetta “città dei pazzi“, con le sue stupende testimonianze archeologiche risalenti ai tempi della regina Zenobia, ha visto le proprie strade devastate dalle truppe leali al presidente Assad.

Assad

Ultimo discendente della dinastia che dagli anni ’70 governa tirannicamente la Siria, il cinquantenne Baššār al-Assad sembra destinato ad essere ricordato come l’uomo che ha permesso la devastazione del proprio popolo e della sua storia. Nonostante le pressioni di numerose potenze occidentali, infatti, Assad non sembra disposto a fare passi indietro, continuando la sua guerra contro le forze di opposizione, tanto interne quanto esterne allo Stato.

Raqqa

A lungo annoverata tra le città di minor importanza nella nazione siriana, oggi Raqqa è divenuta nuovamente centrale nelle cronache di tutto il mondo, essendo stata proclamata capitale del sedicente Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (Isis).

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