Ecco l'invenzione dei Maya che resiste nel tempo

Quando il blu nei dipinti era molto prezioso e poco usato in Europa, dall'altra parte dell'Oceano Atlantico non avevo gli stessi problemi

20 Agosto 2018

Se vi fermate a osservare un dipinto ricco di blu precedente al 19 esimo secolo, è bene che sappiate che state ammirando un’opera molto costosa. Il pigmento per ottenere questo pregiato colore, derivava infatti dai lapislazzuli. Si tratta nello specifico di pietre preziose che venivano estratte molto lontano, per trovarle infatti bisognava andare nell’attuale Afghanistan e il suo prezzo era molto alto. Per questa ragione solo i pittori di grande fama potevano utilizzarlo, mentre gli altri dovevano accontentarsi. Si è dovuto attendere il 19 esimo secolo perché le cose cambiassero: quando infatti è stata scoperta un’alternativa che ha reso il blu oltremare accessibile a tutti. Ma questi problemi non li hanno avuti dall’altra parte dell’Oceano. In Messico molti pittori del periodo Barocco coloniale lo utilizzavano in abbondanza.

Com’è possibile che non avessero gli stessi problemi degli artisti europei? La risposta è molto semplice e non deriva da una maggiore presenza su questo territorio di lapislazzuli, pietra semipreziosa utilizzata in Europa.

A scoprire un colore molto simile erano infatti stati i Maya. I primi murales nella Riviera Maya (tra gli attuali Messico e Guatemala) arricchiti da questa sfumatura così brillante sono stati scoperti dagli archeologi e dovrebbero riferirsi al 300 dC. Si tratta di un colore che veniva utilizzato dalla popolazione Maya per coprire le vittime sacrificali e i loro altari, come è stato anche raccontato da un vescovo durante il colonialismo in Messico nel XVI secolo.

Tra le prime ipotesi nate per spiegare questo massiccio utilizzo di blu quella della grande presenza di añil, una pianta molto usata per le tinture indaco che però svaniva facilmente al sole. Solo alla fine degli anni Sessanta sono riusciti nell’intento di dare una spiegazione scientifica al blu resistente dei Maya. Deriva infatti da un composto chimico formato da un’argilla rara mescolata con la pianta di añil da cui derivava l’indaco.

Il blu dei Maya fu molto sfruttato durante la colonizzazione.  E se non ci sono prove scritte che i pittori in Messico durante il periodo colonialista utilizzavano proprio quel colore, queste testimonianze sono rimaste chiaramente visibili sulle tele. Infatti il loro blu aveva un pigmento diverso, rispetto a quello presente nei quadri degli artisti Europei, che ha reso i dipinti quasi splendenti attraverso i secoli

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