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Questo blu non esisteva e ora bisogna trovargli un nome

Scoperto per caso da alcuni chimici americani, ecco il blu mai visto prima. Stupendo e fascinoso, con un solo difetto: non ha un nome

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A conferma del fatto che è molto spesso il caso ad avere il ruolo maggiore in molte scoperte, alcuni scienziati dalla Oregon State University si sono ritrovati per le mani il pigmento di un nuovo tipo di blu. Un colore mai visto prima, del tutto diverso da ogni altro blu, meritevole di ogni fortuna ma il cui destino è al momento frenato da un problema fastidiosamente pratico. Al nuovo blu manca un nome.

Un colore mai visto prima

“Oh, se solo potessi immaginare / un solo colore che non ho visto mai”. Questo scriveva il poeta ungherese Sándor Weöres. Era la prima metà del secolo scorso. A quei tempi, a Forks Township, Pennsylvania, esisteva già una azienda chiamata Binney & Smith che si occupava di realizzare pastelli colorati. Un’azienda sopravvissuta fino ad oggi con il nome di Crayola i cui pastelli sono finiti con il diventare uno degli strumenti più venduti e utilizzati del mondo della cartoleria.

Qual è il legame fra un poeta ungherese e la Crayola? Semplice. A dare risposta all’invocazione di Sándor Weöres che vagheggiava di poter posare il suo sguardo malinconico su una tonalità di colore mai vista prima è stata proprio di recente la Crayola.

Il nuovo blu senza nome di Crayola

L’azienda americana, infatti, ha deciso di sfruttare il pigmento scoperto dai ricercatori della Oregon State University per realizzare un pastello di un colore blu innovativo. Al momento, a questa tonalità è stato associato il nome di YInMn. Si pronuncia “Yin Min” e, tutto sommato, non suona neppure male. Il fatto è che la denominazione non è ritenuta soddisfacente dal punto di vista commerciale.

Crayola ha pertanto lanciato l’idea di un vero e proprio contest al quale ha chiamato a partecipare qualunque rappresentante della popolazione mondiale. Il tema è: trovate il nome giusto per questo colore. Per tutti, quindi, c’è tempo fino al prossimo 2 giugno per presentare l’idea vincente, con in sottofondo una serie di offerte e sconti che Crayola ha deciso di mettere a disposizione per invogliare la partecipazione.

Ora serve il nome giusto

La storia del colore blu è lunga e invade l’intera storia del colore nell’arte. Del blu ha fatto la propria bandiera Yves Klein, ad esempio, così come è di un indimenticabile quanto indefinibile blu il manto che riveste la Madonna nell’Annunciata di Palermo di Antonello da Messina.

Nei secoli, ad ogni blu è stato associato un preciso nome, figlio di vicende storiche e di casualità quasi nella stessa misura. Ci sono i blu di Prussia e blu di Persia, dai nomi prosaici, il blu cobalto (così chiamato perché derivante dal monossido di cobalto), il blu acquamarina (che indica invece il colore del minerale omonimo) e l’indaco, che veniva prodotto dalle foglie di piante che crescevano nelle Indie.

Poi c’è un blu che, in termini scientifici, non è altro che un silicato di sodio e alluminio con alcune inclusioni. Nel Medioevo veniva prodotto dal lapislazzuli, una pietra che in Europa arrivava solo dai porti dall’Oriente, da territori che, al tempo, si chiamavano Oltremare. Da cui il nome. Ecco, l’augurio a chi parteciperà al contest di Crayola è di riuscire a inventarsi un nome altrettanto bello.

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