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Quanto guadagna un parroco?

Svelati i compensi dei sacerdoti: un' indagine rivela che è un sistema a punti a decidere le cifre degli stipendi percepiti da preti, vescovi e papi

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Il fatto che i sacerdoti ricevono dei compensi per l’attività svolta nell’ambito della Chiesa cattolica non è certo una novità. Ma quanto guadagnano e chi decide il loro stipendio sono questioni rimaste a lungo all’ombra di accese polemiche. A svelare il mistero ci ha pensato il giornale Il Messaggero che, grazie ad un’approfondita inchiesta, ha fatto un po’ di chiarezza sugli stipendi dei sacerdoti. L’indagine ha chiarito che la decisione delle cifre dei compensi spetta all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero e che uno stipendio di un sacerdote varia da un minimo di 988 Euro ad un massimo di 1800 Euro al mese.

In base ai dati raccolti dal quotidiano, i compensi dei sacerdoti hanno una tripla provenienza. Essi, infatti, provengono in parte dall’ Istituto per il Sostentamento del clero, che riceve soldi dall’ 8 per mille e dalle offerte, in parte dalla parrocchia in cui il parroco esercita ed in parte da altre attività da egli svolte, ad esempio l’insegnamento della Religione nelle scuole ed altri incarichi presso ospedali o caserme. La cifra esatta dei compensi dei sacerdoti viene stabilita attraverso un sistema a punteggio. Ad ogni punto viene attribuito un valore in Euro deciso dalla CEI e che, attualmente, vale 12,36 Euro.

Ogni sacerdote acquisisce punti in base agli anni di esperienza. Un parroco al suo primo anno di servizio inizia con un punteggio di 80 punti che, moltiplicato per il valore di un singolo punto, determina uno stipendio finale di 988 Euro al mese. Oltre all’anzianità, anche le altre attività svolte dai sacerdoti nell’ambito della propria diocesi permettono di ricevere punti. Questo significa che un sacerdote che insegna Religione a scuola non riceverà un doppio stipendio ma, semplicemente, guadagnerà dei punti che incideranno sul valore dei compensi finali.

Il calcolo del punteggio per ogni sacerdote viene effettuato ogni mese dall’ Istituto Centrale per il Sostentamento del clero, che quindi provvederà ed erogare i compensi e a detrarre anche i contributi per la pensione. Per vescovi e papi il criterio che stabilisce i compensi è lo stesso dei sacerdoti, ma nel loro caso le cifre salgono fino ad arrivare ad uno stipendio massimo di 3000 Euro al mese. L’attuale Papa Francesco, invece, ha voluto aderire al concetto di Chiesa povera rinunciando completamente allo stipendio, pur disponendo di libero accesso alle offerte dell’Obolo di San Pietro.

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