Era il 2014 quando Papa Francesco, di ritorno da un viaggio pastorale in Corea del Sud, pronunciò per la prima volta un’espressione destinata a rimanere impressa nella memoria di tutti: “Terza Guerra Mondiale a pezzi”. Non si trattava di una provocazione né di un semplice titolo ad effetto, ma di un’analisi lucida, quasi profetica, sulla frammentazione dei conflitti nel mondo. Mentre la comunità internazionale faticava a leggere gli eventi con chiarezza, il Pontefice anticipava una visione globale: quella di una guerra mondiale non dichiarata, sparsa in tanti angoli del pianeta, fatta di massacri localizzati, tensioni irrisolte, ingiustizie e violenze croniche.
- La previsione di Papa Francesco e le sue parole nel corso degli anni
- La situazione attuale e l'ultimo monito di Papa Francesco
La previsione di Papa Francesco e le sue parole nel corso degli anni
Già allora, Papa Francesco elencava alcuni degli scenari più caldi del momento: l’Ucraina, la Siria, l’Iraq. Tre nomi, tre crisi differenti, ma tutte accomunate da un tratto comune: l’apparente marginalità rispetto al quadro geopolitico globale. In realtà, spiegava il Papa, questi focolai sono tasselli dello stesso puzzle. Non è necessario un bombardamento planetario per parlare di guerra mondiale: basta osservare come si sommano i conflitti locali, come si intrecciano le responsabilità, come le armi si muovono da un continente all’altro.
Qualche settimana dopo, il 13 settembre 2014, Papa Francesco rafforzò questa idea durante una visita al sacrario militare di Redipuglia, in Italia. Davanti alle tombe dei caduti della Prima Guerra Mondiale, pronunciò parole pesantissime: “Forse si può parlare di una terza guerra mondiale, una combattuta a pezzi, con crimini, massacri, distruzione”. Non era solo un atto di memoria, ma un ammonimento: la storia può tornare, anche sotto forme nuove, e il mondo non deve sottovalutare ciò che accade sotto la soglia dell’attenzione mediatica.
Il Papa ha poi continuato a usare quella formula, “guerra mondiale a pezzi“, in diverse occasioni. Ad esempio, nell’ottobre del 2014, parlando ai Movimenti Popolari, ribadì che “stiamo attraversando una terza guerra mondiale, ma a rate”. Il riferimento era chiaro: le guerre non sono più dichiarate in modo ufficiale, ma si manifestano in modo disarticolato, “a rate” appunto, rendendo più difficile riconoscerne la portata globale.
La situazione attuale e l’ultimo monito di Papa Francesco
Anche in tempi più recenti Papa Francesco era tornato sul tema. Nel dicembre 2022, in un’intervista televisiva su Canale 5, aveva sottolineato che “quella dell’Ucraina ci sveglia un po’, ma da tempo stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzetti”. Un richiamo non solo alla drammaticità del conflitto in corso, ma alla necessità di aprire gli occhi su un fenomeno che dura da anni e che, troppo spesso, passa inosservato perché suddiviso in episodi lontani, geograficamente e mediaticamente.
Oggi, a distanza di più di un decennio dalla sua prima dichiarazione, le parole del Papa suonano ancora più inquietanti. La guerra in Ucraina ha mostrato quanto fragile sia la pace in Europa; il Medio Oriente continua a essere teatro di tensioni croniche; l’Africa è attraversata da colpi di Stato e guerriglie interne; il Sud America combatte battaglie invisibili fatte di criminalità organizzata e diseguaglianza strutturale. In tutto questo, il monito del Papa appare più che mai attuale.