Terza guerra mondiale, la previsione di Albert Einstein fa paura

Celebre è la previsione di Albert Einstein sulla Terza Guerra Mondiale: perché trova conferma nelle parole del presidente bielorusso Lukashenko.

Pubblicato:

Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Le recenti escalation di violenza in Europa e Medio Oriente e il clima di guerra sempre più diffuso in tutto il mondo ha destato molte preoccupazioni a livello globale. Gli attacchi missilistici contro Israele e le ripercussioni dovute dalla dura rappresaglia contro i palestinesi hanno scosso il fragile equilibrio della pace mondiale, innescando timori di una possibile Terza Guerra Mondiale. Tra l’altro, quello di Israele non è l’unico conflitto in corso. Dall’Ucraina allo Yemen, le tensioni internazionali sono davvero tante. E, per questo motivo, a tornare è la celebre profezia di Albert Einstein.

I timori mondiali alimentati dalla citazione di Einstein

In tutto questo, perciò, i timori della popolazione mondiale sono sempre di più, tant’è che in molti hanno rispolverato una citazione di Albert Einstein. Parole che il celebre fisico aveva pronunciato proprio parlando delle guerre mondiali, all’indomani della conclusione del secondo conflitto mondiale.

Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale – disse Einstein – ma la Quarta Guerra Mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni“.

Una metafora ben chiara che voleva sottendere le possibilità distruttive che già all’epoca (Einstein morì nel 1955 ma quella sua citazione dovrebbe risalire a qualche anno prima, ovvero al 1949) avevano raggiunto le armi di distruzione di massa che, a maggior ragione oggi, porterebbero l’intero pianeta verso la catastrofe totale. Ovvero a passare, come nelle parole del fisico più famoso della storia, dalle incredibili capacità tecnologiche di oggi alle più rudimentali “pietre e bastoni“.

L’attualità delle parole di Albert Einstein

Einstein, d’altronde, nonostante i suoi studi si rivelarono fondamentali nello sviluppo della bomba atomica, si oppose sin dall’inizio all’utilizzo militare dell’energia nucleare e non fu parte del Progetto Manhattan (che portò alla realizzazione delle bombe che furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki). Le sue parole, all’epoca, si riferivano quindi alle potenzialità distruttive dell’energia nucleare. Ma quanto suonano attuali anche al giorno d’oggi?

Le parole del presidente bielorusso sulla Terza Guerra Mondiale fanno paura

Sulla questione, fanno molta paura le parole del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, che ha avvertito l’Occidente di essere sull'”orlo dell’abisso” di un conflitto globale, facendo salire i timori di una terza guerra mondiale.

L’alleato chiave di Vladimir Putin ha affermato che ci sono “legittime preoccupazioni” che possa scoppiare un nuovo conflitto globale. Ma Lukashenko sostiene che è l’Occidente ad alimentare le fiamme della guerra e ad aver spinto il mondo sull'”orlo dell’abisso“.

Ha affermato che è “completamente stupido” pensare che la Russia “si stia preparando ad attaccare i Paesi baltici“. E lo ha fatto il giorno dopo che il Primo Ministro dell’Estonia ha affermato che la nazione baltica ha sventato una “operazione ibrida” sul territorio della NATO da parte di agenti russi.

Lukashenko ha fatto questi commenti mentre annunciava che il suo esercito ha ricevuto un nuovo arsenale di armi, tra cui due divisioni di missili antiaerei e due divisioni di sistemi missilistici Iskander-M, prodotti e impiegati dall’esercito russo.

Siamo letteralmente ricoperti da un’ondata di informazioni sulla cosiddetta premonizione della terza guerra mondiale, che solo un pigro non ha ancora menzionato. E questi timori sono fondati“, ha concluso il presidente bielorusso. Sono solo minacce di un dittatore o timori fondati?

La Terza Guerra Mondiale sta per scoppiare davvero?

La situazione attuale del mondo è segnata da una crescente tensione geopolitica che porta molti a chiedersi se stiamo avvicinandoci a un conflitto su scala mondiale. Le radici di questa inquietudine affondano nella storia e nelle dinamiche geopolitiche contemporanee, che vedono emergere conflitti e rivalità in diverse regioni del globo.

Dalla crisi ucraina alle dispute territoriali in Asia orientale, dalle crescenti tensioni nel Medio Oriente alle sfide economiche e politiche nei Balcani, il mondo è teatro di una serie di crisi che mettono a dura prova la stabilità internazionale. Queste tensioni, alimentate da interessi politici, economici e ideologici, rischiano di degenerare in conflitti su larga scala, minacciando la pace e la sicurezza globali.

Le conseguenze di una possibile Terza guerra mondiale sarebbero devastanti, non solo dal punto di vista economico, ma anche umanitario. Un conflitto su scala mondiale comporterebbe gravi perdite economiche, interruzioni delle forniture di beni e servizi, e un aumento delle sofferenze umane causate dalla distruzione e dalle migrazioni di massa.

Di fronte a queste minacce, diventa sempre più urgente promuovere la diplomazia e la cooperazione internazionale come strumenti per risolvere i conflitti e prevenire una catastrofe mondiale. La comunità internazionale deve impegnarsi nella ricerca di soluzioni pacifiche, nel rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, al fine di evitare l’escalation delle tensioni e costruire un futuro di pace e prosperità per tutti.

Le leadership mondiali hanno il compito di agire con responsabilità e lungimiranza, evitando azioni unilaterali che possano alimentare ulteriormente le tensioni e lavorando invece per promuovere la sicurezza collettiva e il rispetto reciproco tra le nazioni. Solo attraverso il dialogo aperto, il rispetto delle differenze e la ricerca di soluzioni condivise sarà possibile evitare il triste scenario di una Terza guerra mondiale.

Conflitti in corso: la complessità del panorama globale

La situazione dei conflitti nel mondo rivela una complessa rete di tensioni e sfide che richiedono l’attenzione e l’impegno della comunità internazionale.

Nei Balcani occidentali, la fragilità della sicurezza, evidenziata dal segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, mette in luce il rischio per la stabilità regionale, specialmente in stati come il Kosovo e la Bosnia-Erzegovina. La NATO si impegna a garantire la sicurezza e a sostenere l’integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina, cercando di contenere potenziali focolai di tensione.

In Ucraina, i continui bombardamenti russi, concentrati soprattutto nell’oblast di Sumy, accentuano le già elevate tensioni nella regione, mettendo a rischio la vita dei cittadini e la stabilità del paese. Questi attacchi rafforzano ulteriormente la percezione di instabilità e conflitto nell’area.

In Asia, i lanci di missili da crociera da parte della Corea del Nord sottolineano un aumento delle tensioni nella penisola coreana, alimentando preoccupazioni per la sicurezza regionale e globale. L’instabilità in Asia rappresenta una costante sfida per gli sforzi diplomatici e per la ricerca di soluzioni pacifiche.

Il conflitto tra Israele e Hamas, con il coinvolgimento del Qatar, evidenzia le complesse dinamiche politiche e di sicurezza in Medio Oriente. La richiesta di Netanyahu al Qatar di esercitare pressione su Hamas testimonia della percezione dell’organizzazione come una minaccia alla sicurezza di Israele, sollevando interrogativi sulla possibilità di una risoluzione pacifica del conflitto.

Gli Stati Uniti, con la richiesta alla Cina di intervenire contro l’Iran nei confronti degli attacchi ai trasporti commerciali nel Mar Rosso rivela una crescente preoccupazione per la sicurezza e la stabilità globali. Questo scenario evidenzia la complessità delle relazioni internazionali e la necessità di una cooperazione multilaterale per affrontare le sfide comuni.

Infine, in Africa, la presenza di numerosi conflitti, dalle dispute territoriali ai conflitti etnici e religiosi, rappresenta una delle sfide più urgenti per la comunità internazionale. La necessità di pacificazione e stabilizzazione del continente è cruciale non solo per il benessere delle popolazioni coinvolte, ma anche per la sicurezza e la stabilità globali, evidenziando l’importanza di un impegno costante per il progresso e lo sviluppo sostenibile in Africa e nel mondo.

Il timore di una “cascata di eventi” che conduce a una guerra su vasta scala è simile a quello che ha preceduto l’inizio della Prima Guerra Mondiale. Anche allora, molti non credevano che la guerra sarebbe stata combattuta, eppure è diventata una realtà che ha cambiato il corso della storia. Pertanto, è importante tenere presente che la storia potrebbe ripetersi se non si adottano misure per prevenire una tale escalation.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti