Almar'à, nasce la prima orchestra di sole donne dal Mediterraneo

Una polifonia al femminile, contro ogni pregiudizio: così viene presentato questo straordinario progetto musicale che ha prodotto il suo primo singolo

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Almar’à è una parola araba dal suono dolce, che significa “donna con dignità” e che si presta perfettamente come nome di battesimo per un esperimento unico e preziosissimo: quello che vede 13 donne arabe, provenienti dal Mediterraneo, diverse per età e storia, accomunate da un progetto artistico che le ha riunite in un’orchestra.

L’orchestra è proprio il simbolo dell’armonia, quella che mette insieme le diversità e ne fa arte. Parole prese in prestito dal grande Tiziano Terzani, che disse: “È nell’armonia fra le diversità che il mondo si regge, si riproduce, sta in tensione, vive”

Le 13 donne di Almar’à sono prima di tutto musiciste: in questi giorni è uscito il loro primo singolo, “Rim Almar’à”, arrangiato da Ziad Trabelsi, Mario Tronco, Pino Pecorelli e Leandro Piccioni e accompagnato dalla clip realizzata da Francesco Cabras, grazie al contributo della Fondazione Cultura e Arte.

Il titolo del brano significa “Giovane donna” ed è una promessa d’amore per un uomo che sta partendo, forse per sempre: un pezzo che appartiene alla tradizione araba tunisina e ne mantiene la lingua, ma che viene rielaborato nel testo e negli arrangiamenti fino ad acquistare un sound unico, che unisce la forza della linea melodica araba all’armonizzazione occidentale.

Questa è proprio la cifra stilistica di Almar’à, che riunisce professioniste e non, cantanti tradizionali e moderne, con suoni che partono dalla musica araba, attraversano quella classica ed entrano nei territori del jazz; fondendo strumenti orientali ed occidentali insieme.

C’è il valore musicale e quello del messaggio nel lavoro artistico di Almar’à: c’è l’esigenza di sensibilizzare sul superamento degli stereotipi legati al mondo arabo, ma anche su una realtà italiana spesso invisibile, fatta di seconde generazioni di donne che guardano al futuro con la  voglia di ritrovare le proprie tradizioni.

Nel video di “Rim Almar’à” , non a caso, le donne non vengono mai mostrate in viso, ma se ne apprezzano le sole silhouette stilizzate, per mostrare simmetrie e differenze ma anche per mettere al centro di tutto la musica.

L’orchestra nasce nel 2017 tra Firenze e Roma grazie alla collaborazione tra Fondazione Fabbrica Europa e il Centro socio-culturale tunisino “Dar Tounsi”, con il coordinamento artistico di Ziad Trabelsi dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Ha avuto il supporto del MiBACT attraverso MigrArti e il sostegno della Fondazione Pianoterra.

 

 

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