E se dopo il Covid dovessimo fare i conti con un’altra pandemia pure peggiore? Ormai tutto può essere e se così fosse sarebbe davvero come vivere in un incubo senza fine. L’allarme arriva anche da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che sui social parla dell’influenza aviaria H5N1 come di una malattia che “ha una mortalità di oltre il 50%” e che se dovesse arrivare agli esseri umani “sarebbero dolori”.
“Bisogna lavorare tutti insieme – scrive Bassetti su Facebook – per evitare che succeda e per mitigarne le conseguenze se dovesse succedere”. Negli ultimi giorni il virus H5N1 ha attirato l’attenzione delle autorità sanitarie mondiali perché sono stati segnalati diversi casi di infezione nei mammiferi. In genere l’influenza aviaria infetta soltanto alcune specie di volatili ma questo recente passaggio ai mammiferi fa paura perché il prossimo step potrebbe avere per protagonisti proprio gli esseri umani.
Questo il quadro fatto di recente dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms): “Nelle ultime settimane ci sono state diverse segnalazioni di casi di influenza aviaria tra i mammiferi come visoni, lontre, volpi e leoni marini che sono stati infettati con il virus H5N1. Per 25 anni si è diffuso ampiamente negli uccelli selvatici e nel pollame, ma il recente salto di specie ai mammiferi deve essere monitorato attentamente“. Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che al momento “l’Oms valuta il rischio per l’uomo come basso. Da quando l’H5N1 è emerso per la prima volta nel 1996 abbiamo visto solo trasmissioni rare e non veicolate da e tra esseri umani. Ma non possiamo presumere che rimarrà così e dobbiamo prepararci a qualsiasi cambiamento”. Per questo motivo ha raccomandato ai Paesi di rafforzare la sorveglianza negli ambienti in cui esseri umani e animali d’allevamento o selvatici hanno interazioni tra loro. Anche perché la mortalità causata da questa malattia è davvero alta.
Ma quali sono i sintomi nell’uomo? Si va da una lieve infezione delle vie respiratorie superiori – febbre e tosse – fino a polmonite grave, sindrome da distress respiratorio acuto, shock e persino la morte. I sintomi più frequenti sono nausea, vomito e diarrea. Il periodo di incubazione va in media da 2 a 5 giorni, e fino a 17 giorni.