È sulle scrivanie di tutto il mondo: ecco come è nato il Post-it

Il suo inventore, Spencer Silver, ci ha lasciato all’età di 80 anni ma la sua ‘creatura’ ha rivoluzionato la vita le scrivanie. La storia del Post-it.

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A ottant’anni e con trentasette brevetti all’attivo, Mr. Spencer Silver lascia un’eredità destinata a durare molto, molto a lungo. Se il suo nome non vi dice nulla, sappiate che ha inventato uno degli oggetti più usati in casa e in ufficio, che sicuramente guardandovi attorno vedrete. Lui è Mr. Post-it. Ebbene sì, da quasi cinquant’anni – il brevetto è del 1972 – quel foglietto adesivo riutilizzabile ci aiuta organizzare appunti e pensieri: ma come è nato?

Siamo all’inizio degli Anni Settanta e Silver lavorava come scienziato presso un’azienda che si occupava di collanti. Allora, la ricerca aveva come obiettivo quello di produrre colle sempre più forti ma qualcosa portò Spencer in un’altra direzione. “Parte del mio lavoro di ricercatore era sviluppare nuovi adesivi”, si legge sul sito 3M.

“A quel tempo volevamo sviluppare adesivi più grandi, più forti e più resistenti”, continua Silver. “Questo non era nessuno di quelli”. Si trattava, infatti, di un adesivo dalla presa leggera sulle superfici che non si attaccava in maniera salda. Anzi, poteva essere staccato e riattaccato, una qualità che nell’ottica delle ricerche in corso sembrava inutile.

Silver, però, non si arrese tanto che fu soprannominato Mr. Persistent proprio per la sua tenacia. E finalmente, ad accendere l’intuizione decisiva sul possibile uso di quell’adesivo, fu il collega Art Fry. Ogni volta che faceva le prove con il coro della chiesa, tutti i foglietti che inseriva fra le pagine come segnalibri gli cascavano a terra.

Quello che serviva era un segnalibro che si attaccasse senza danneggiare la carta e che fosse anche riutilizzabile. Vi ricorda qualcosa?  Silver e Fry misero, così, a punto insieme quel foglietto giallo, rendendosi conto in breve tempo delle sue potenzialità. “Non è solo un segnalibro – ha detto Fry – è un modo completamente nuovo di comunicare”. E così è ancora oggi.

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