Il regista Martin Scorsese si scaglia contro lo streaming

In un lungo essay dedicato al Maestro Federico Fellini e pubblicato su Harper’s Magazine Martin Scorsese critica le piattaforme streaming.

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Martin Scorsese ha firmato per il numero di marzo 2021 di Harper’s Magazine un lungo essay dal titolo ‘Il Maestro – Federico Fellini e la magia perduta del cinema’. Proprio il ricordo dell’opera del grande italiano diventa l’occasione per una riflessione sullo stato delle cose oggi. E il pensiero di Scorsese è molto critico, soprattutto nei confronti delle piattaforme streaming.

Sarebbe anche a causa dell’offerta di film e serie tv sui device digitali che il cinema avrebbe perso la sua magia orientando, tra l’altro, la platea secondo la logica di un algoritmo. La riflessione di s parte da un termine preciso, ovvero ‘contenuto’. “Non più di quindici anni fa – scrive il regista – si parlava di ‘contenuto’ solo quando le persone discutevano seriamente di cinema, confrontato con ‘forma’.

Gradualmente è stato sempre più utilizzato dalle persone che hanno rilevato le società di media, la maggior parte delle quali non sapeva nulla della storia della forma d’arte né se ne preoccupava. ‘Contenuto’ è diventato un termine commerciale per tutte le immagini in movimento: un film di David Lean, un video di gatti, una pubblicità del Super Bowl, un sequel di supereroi, un episodio di una serie.”

Da qui l’impoverimento: “ veniva legato non all’esperienza teatrale ma alla visione domestica sulle piattaforme di streaming, che sono arrivate a superare l’esperienza cinematografica, esattamente come Amazon ha superato i negozi fisici. – continua Martin Scorsese – Se da un lato questo è stato positivo per i registi (me compreso), dall’altra parte ha creato una situazione in cui tutto viene presentato allo spettatore in condizioni di parità, cosa che suona democratica ma non lo è.

Un’ulteriore visione è ‘suggerita’ da algoritmi che si basano su ciò che si è già visto e i suggerimenti si basano solo sull’argomento o sul genere… ma questo cosa fa per l’arte del cinema?” Ne deriva dunque un appiattimento generale. “È cambiato tutto: il cinema e l’importanza che esso riveste nella nostra cultura – conclude Scorsese –  a questo punto non possiamo dare nulla per scontato. Non possiamo dipendere dall’industria cinematografica per occuparci del cinema.

Nel settore del cinema, che ora è il business dell’intrattenimento visivo di massa, l’enfasi è sempre sulla parola ‘business’ e il valore è determinato dalla quantità di denaro da ricavare da una data proprietà […] Chi di noi conosce il cinema e la sua storia deve condividere il proprio amore e le proprie conoscenze con quante più persone possibile.

Dobbiamo chiarire agli attuali proprietari legali di questi film che sono molto più che semplici proprietà da sfruttare e rinchiudere. Sono tra i più grandi tesori della nostra cultura e devono essere trattati di conseguenza.”

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