Non ci sono dubbi: Opportunity è stato uno dei più grandi successi della NASA. Lanciato nel 2003 ed “atterrato” su Marte nel 2004, il rover ha superato ogni aspettativa, restando attivo per quasi 15 anni su un terreno ostile e in condizioni estreme. Ma dietro la sua storia scientifica, c’è anche un lato più umano. O almeno, così ci piace pensarlo.
- Un messaggio diventato leggenda
- Cosa ha davvero inviato Opportunity?
- Una missione che ha superato ogni limite
- Il fascino eterno di un robot “umano”
Un messaggio diventato leggenda
Dopo l’annuncio ufficiale della fine della missione, avvenuto nel febbraio 2019, diverse testate giornalistiche riportarono quello che venne definito il suo ultimo messaggio: “La mia batteria è scarica e si sta facendo buio.”
Una frase semplice, quasi poetica, capace di toccare corde emotive profonde. In poco tempo, divenne virale. Ma quanto c’è di vero?
In realtà, come ha chiarito il sito Snopes, non si trattava di una trascrizione letterale, ma di una libera interpretazione del giornalista scientifico Jacob Margolis, basata su quanto comunicato da due ingegneri della NASA. Il rover, naturalmente, non parlava. Comunicava tramite dati, immagini e segnali codificati.
Cosa ha davvero inviato Opportunity?
L’ultimo dato reale trasmesso da Opportunity risale al 10 giugno 2018, durante una gigantesca tempesta di sabbia che oscurò completamente il Sole sulla superficie marziana. Senza luce, i pannelli solari del rover non riuscirono più a ricaricare le batterie. Quel giorno, Opportunity inviò un’ultima immagine, incompleta e disturbata.
La NASA la descrisse così: “Opportunity ha scattato questa immagine con l’occhio sinistro della Pancam, con il filtro solare puntato verso il Sole. Ma la tempesta ha oscurato il cielo. I puntini bianchi sono rumore elettronico. La trasmissione si è interrotta prima che l’immagine fosse completata, lasciando una parte inferiore nera.”
Un’immagine “fantasma”, simbolo della fine di una missione storica.
Una missione che ha superato ogni limite
Il rover Opportunity era progettato per durare circa 90 sol (i giorni marziani, leggermente più lunghi di quelli terrestri). Invece, ha resistito per oltre 5000 sol, percorrendo più di 45 chilometri e fornendo una mole impressionante di dati scientifici.
Il suo gemello, Spirit, atterrato sul lato opposto del pianeta, durò comunque ben 6 anni e 2 mesi, un’altra impresa notevole per un progetto così ambizioso nei primi anni 2000.
Il fascino eterno di un robot “umano”
Per molti, Opportunity non è stato solo un rover. È stato un simbolo di perseveranza, scoperta e dedizione. Quell’ultimo messaggio — vero o meno — è diventato una metafora della fragilità, anche nella più avanzata delle tecnologie. Il fatto che l’ultima immagine sia arrivata incompleta e scura, quasi come un addio silenzioso, ha reso il momento ancora più potente.
Mentre i nuovi rover Perseverance (2021) e Curiosity (2012) continuano la loro esplorazione marziana, la memoria di Opportunity resta viva.
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Nel silenzio della Perseverance Valley su Marte, Opportunity ha concluso la sua missione con un’immagine silenziosa, ma carica di significato. Forse non ha detto davvero “si sta facendo buio”, ma il mondo lo ha capito lo stesso.