Il rover Perseverance della NASA ha catturato un’immagine mozzafiato sul suolo marziano che sta facendo il giro del mondo. Durante il suo 1.500esimo giorno di permanenza sul Pianeta Rosso, mentre si trovava nei pressi del cratere Jezero, il veicolo ha immortalato un fenomeno tanto affascinante quanto potenzialmente pericoloso: un “diavolo di polvere” in azione. L’istantanea, scattata il 10 maggio 2025, ha rivelato il passaggio di questo fenomeno alle spalle del rover, rendendo lo scatto ancora più speciale. Ma cos’è un diavolo di polvere?
- Cosa sono i “diavoli di polvere” su Marte
- Perché i “diavoli di polvere” sono pericolosi
- I ‘diavoli di polvere’ sono utili alla scienza
Cosa sono i “diavoli di polvere” su Marte
I “diavoli di polvere” (in inglese conosciuti come dust devils) sono vortici d’aria che si formano quando il calore del suolo genera correnti ascendenti che, interagendo con strati d’aria più freddi, iniziano a ruotare. Su Marte, questi fenomeni sono frequenti a causa dell’atmosfera rarefatta e delle forti escursioni termiche.
Il risultato è una colonna turbinante di polvere che può estendersi per centinaia di metri, sollevando detriti e riducendo drasticamente la visibilità. Pur non essendo delle vere e proprie tempeste nel senso terrestre, possono avere un impatto rilevante sulle missioni.
L’avvistamento è avvenuto nella zona denominata “Witch Hazel Hill”, lungo il bordo del cratere Jezero, un’area che Perseverance sta esplorando da mesi. A rendere lo scatto particolarmente interessante è stato anche una sorta di “selfie” realizzato dallo stesso rover, composto da ben 59 immagini cucite insieme sulla Terra. Il braccio robotico, dotato della fotocamera Watson, ha richiesto 62 manovre per ottenere la posa perfetta. Sullo sfondo, il diavolo di polvere ha fatto da inaspettato elemento scenografico, catturato dall’obiettivo mentre si muoveva nella regione chiamata Neretva Vallis, a circa cinque chilometri di distanza.
Perché i “diavoli di polvere” sono pericolosi
Nonostante abbiano un aspetto spettacolare, i diavoli di polvere sono tutt’altro che innocui. Per ora, almeno finché non ci sarà esplorazione umana su Marte, solo per i rover e le sonde. Il loro passaggio può alterare le condizioni ambientali circostanti, rendendo più difficili le operazioni di navigazione e rilevamento.
Possono inoltre danneggiare componenti esterni sensibili dei rover, come sensori, fotocamere o pannelli solari (nei veicoli che ne sono dotati). Per fortuna, Perseverance è alimentato da un generatore termoelettrico a radioisotopi, più affidabile rispetto all’energia solare.
A più di 1.500 “sol” (giorni marziani) dall’atterraggio, il Perseverance continua a operare a pieno regime. Il rover ha percorso finora 36 chilometri, analizzato 37 rocce e raccolto 26 campioni destinati a future missioni di recupero. Le sue prestazioni restano impressionanti, anche grazie all’accurata manutenzione remota da parte del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Il prossimo obiettivo sarà l’area denominata “Krokodillen”, sempre lungo il bordo occidentale del cratere Jezero.
I ‘diavoli di polvere’ sono utili alla scienza
I diavoli di polvere rappresentano una vera e propria occasione per la scienza, dato che possono fornire una miniera di informazioni per i ricercatori. Analizzarne la formazione, la frequenza e il comportamento consente di comprendere meglio la dinamica dell’atmosfera marziana, ancora oggi ricca di misteri. Oltre a fornire dati meteorologici, questi vortici contribuiscono a mantenere puliti i pannelli solari di altri rover (come avvenuto per Spirit e Opportunity).