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'Naked Attraction', Nina Palmieri: "Una botta di autostima"

Nina Palmieri ci racconta 'Naked Attraction' e il forte messaggio di accettazione che il format vuole lanciare. La nostra intervista.

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Arriva finalmente su Discovery+ Naked Attraction Italia, il dating show – caso televisivo internazionale – condotto da Nina Palmieri. Dopo il successo della puntata casting, dal 7 febbraio arriva il momento di entrare nel vivo della trasmissione. Il meccanismo del reality prevede due manche per puntata, un selezionatore (vestito) al centro dello studio e sei pretendenti completamente nudi all’interno di cabine colorate, scoperte in tre fasi: si comincia dalle parti intime per proseguire con il busto e, per ultimo, il viso. L’ultimo che rimane vince un appuntamento con chi l’ha selezionato. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nina Palmieri per capire qualcosa in più sul nuovo format.

Ciao Nina, raccontaci Naked Attraction. Come funziona?
La puntata casting è stata speciale perché i provini erano molto belli e hanno partecipato tantissime persone. Non pensavamo di avere questo tipo di risposta. In Inghilterra il programma ha un grande successo, ma in Italia poteva incontrare qualche ostacolo fatto di pregiudizi. E invece hanno risposto 600 persone di tutte le età, di professioni diversissime e di orientamenti sessuali di tutti i tipi. Nella puntata casting si intuisce quello che ci sarà, ma non c’è tutto. In ogni puntata ci sono due manche e, per ogni manche, c’è un single che ha di fronte sei cabine con corpi nudi che piano piano si svelano. Subito vengono svelati i piedi, le gambe e i genitali e c’è già la prima scelta. Normalmente quelle parti del corpo le vedi dopo un po’ di tempo, ma noi partiamo dalla fine per non avere sorprese positive o negative. Il meccanismo del gioco è questo, la prima scelta parte da questa parte anatomica e ho assistito a cose molto singolari. Siamo diversissimi tra di noi e ognuno è colpito da cose diverse. Il single poi vede il resto del corpo, fino ad arrivare al volto e alla voce. Lì si rimane con due aspiranti accompagnatori all’appuntamento da vestiti e, a quel punto, si spoglia anche il nostro single o la nostra single protagonista. Fino a quel momento gli unici vestiti siamo io e il concorrente che sceglie. Si gioca ad armi pari. Nel momento della scelta è nudo anche il selezionatore. Si riavvolge il nastro e si va a quello che normalmente è il primo appuntamento.

In base a ciò che hai visto, chi ha partecipato da cosa era spinto? Oltre all’elemento provocatorio, Naked Attraction è anche un’esperienza personale.
Sì, assolutamente. Io ho parlato principalmente con i single che sceglievano e quasi tutti erano spinti anche da una vera e propria scommessa con se stessi. Molti avevano già confidenza con il proprio corpo, erano abituati alla nudità e praticavano il naturismo. Altri però si sentivano a disagio con alcune parti del proprio corpo e, in una relazione, puntavano a nascondersi. Tanti ragazzi e ragazze mi hanno detto questo. Avevano insicurezze e vivevano con il dubbio di non piacere. Questa è stata una bella spinta per molti di loro. Io conto comunque di fare la seconda edizione e punto ai timidi, ai complessati e a quelli che non si piacciono. Anzi, li invito a partecipare perché è una bella botta di autostima. Tutti se ne vanno contenti, perché il single che sceglie ha di fronte persone con caratteristiche che gli piacciono. Nei casting abbiamo chiesto ai selezionatori cosa preferivano del corpo di un’altra persona e, nelle cabine, c’erano persone diversissime. Ci siamo trovati di fronte a scelte assurde, ma tutti sono stati felici di essersi messi in gioco e di essersi sottoposti a questo giudizio che sembra crudele, ma che in realtà non lo è.

Invece cosa ti ha spinto a tuffarti in questa esperienza?
Da una parte è stata una sfida, perché sono una pazza che si lancia in queste cose e la mia storia professionale parla per me. Da sempre pronto avanti questa mia piccola battaglia contro i pregiudizi su ciò che non appartiene a quello che va bene per gli altri. La sfida c’era, ma avevo visto le puntate inglesi e credo che questo esperimento nasconda un messaggio forte di accettazione di se stessi. Le persone che partecipano sono tutte normalissime e tutte belle nella loro diversità. C’è chi ostenta la panzetta, chi la cellulite. C’è anche il bellone o la bellona, ma non ci sono solo loro. Anzi. Questo messaggio era ed è importante e mi è sembrato un buon motivo per accettare. Oltre alla soddisfazione di tirare un bel pugno a tutti i bigotti.

C’è qualcosa che ti ha stupito?
Ho scoperto che faccio tanto la figa, ma che invece qualche pregiudizio ce l’avevo. Mi è successo tante volte di pensare, di fronte alle cabine, di essere certa della scelta del selezionatore o della selezionatrice. Invece era il primo che eliminava. Quello che a me sembrava appartenere a uno standard che potesse andar bene, non lo era e prevalevano altre cose. Mi sono stupita molto di fronte a certe scelte. Mi sono emozionata, mi sono commossa e non credevo fosse possibile. Il romanticismo è ridotto all’osso in questo programma, ma non mi sono commossa solo io. Ci sarà una scelta molto bella e molto forte. Sono un po’ piagnona, ma ti assicuro che è stato un bel momento che non ti aspetti in un programma così.

Cosa diresti a un bigotto che ha già la critica pronta nei confronti di Naked Attraction?
Direi che il rispetto di sé e degli altri e di ciò che ognuno fa del proprio corpo è la base di una buona relazione umana. Il comune senso del pudore si è evoluto e ha esteso ampiamente i suoi limiti. Anche chi è un po’ represso e moralizzatore si deve adeguare all’era moderna. Poi, se non si vuole adeguare, non ci guarda e noi continueremo a essere felici della nostra libertà e di poter godere di essa sotto tutti i punti di vista.

Insomma, sei già pronta per una seconda edizione.
Sono prontissima, devo battere l’Inghilterra. Adoro la conduttrice inglese di Naked Attraction, sono la sua copiona italiana. Però sono competitiva e ambisco a superare l’edizione inglese. Ne hanno fatte sette per cui dovremo lavorare molto e trovare molti partecipanti, ma credo che dopo la prima edizione sarà più facile trovarli.

Comunque la risposta ai casting è stata positiva.
Erano per lo più uomini, ma secondo me guardando il programma tanti capiranno che non c’è mai volgarità. È tutto pulito, non l’avrei mai fatto se non fosse stato così. Abbiamo ripercorso il progetto inglese, l’atteggiamento è quello e lo condividiamo al 100%. Spero che ci siano altre edizioni e che partecipino più donne, anche se sono comunque state tante.

Credi che le donne siano più restie a partecipare?
Dobbiamo lanciare questo messaggio. Siamo qua perché siamo tutte belle. Facendo Naked l’ho capito. Ognuna di noi è bella a suo modo e agli occhi degli altri. Ho visto uomini con occhi a cuore di fronte a donne che magari non rispondevano al mio canone di bellezza. In alcuni casi non so come si siano evolute le cose, ma ho visto una connessione pazzesca tra chi si è scelto.

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