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Truffa, 'non trovo il telefono mi fa uno squillo?': il nuovo modo per “rubare” il tuo numero

"Mi fai uno squillo che ho perso il telefono?" Attenzione: dietro questa innocua richiesta si nasconde una truffa insidiosa e in crescita.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

A volte un gesto di gentilezza può costare davvero caro. Se vi capita di incontrare qualcuno che dice di aver perso il telefono e chiede di farsi fare un rapido squillo per ritrovarlo, sappiate che può nascondere una truffa sofisticata e sempre più diffusa: lo spoofing. Si tratta di una tecnica attraverso la quale i truffatori riescono a “camuffare” il proprio numero con quello di ignari cittadini, utilizzandolo poi per contattare potenziali vittime e mettere in atto raggiri. Le conseguenze sono terribili. Il proprio numero viene “rubato” e si rischia di ricevere chiamate a tutte le ore, di finire coinvolti in truffe online e di dover affrontare fastidi, se non vere e proprie denunce. Ma come funziona il meccanismo? E come fare per proteggersi?

Come funziona la truffa telefonica dello “squillo” e cos’è lo spoofing

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Lo schema è semplice: un truffatore si avvicina con modi gentili e chiede se puoi comporre un numero e fare uno squillo per aiutarlo a ritrovare il telefono, che dice di aver perso.

Tu, dunque, chiami quel numero e pensi di aver fatto una buona azione. Ma da quel momento il tuo numero può diventare un “ponte” utilizzato dai truffatori per mascherare le loro chiamate. Questo meccanismo è noto come spoofing: la vittima inconsapevole si ritrova ad avere il proprio numero associato a chiamate truffaldine, inviate magari dall’estero, ma che appaiono come provenienti da un comune numero di cellulare italiano. Chi riceve queste chiamate è più propenso a rispondere, credendo si tratti di un numero affidabile, facendo sì che i truffatori aumentino l’efficacia dei loro inganni.

Quali rischi si corrono e come riconoscere il problema

Le prime avvisaglie dello spoofing possono essere innocue: una o due chiamate da numeri sconosciuti o privati. Poi la situazione può peggiorare rapidamente, con squilli notturni, messaggi sospetti o addirittura lamentele da parte di sconosciuti che dicono di essere stati contattati da te.

Il tuo numero, in realtà, è stato clonato come mittente, senza che il tuo telefono abbia effettuato alcuna chiamata reale. In certi casi i truffatori usano anche il numero “prestato” per contattare vittime da truffare in acquisti online o per inscenare raggiri telefonici. Anche se non si ha responsabilità diretta, dunque, la situazione può creare disagi enormi e mettere in discussione la reputazione telefonica della persona coinvolta. E causarle non pochi problemi con le autorità.

Come difendersi e cosa fare se si è stati colpiti

La prima cosa da fare è prestare attenzione e non comporre mai numeri su richiesta di sconosciuti. Anche se la richiesta sembra legittima, è sempre meglio declinare con cortesia.

Se sospetti di essere finito in uno schema di spoofing, spegni il telefono per almeno 24 ore: in alcuni casi, questo basta a “resettare” il problema. Se le chiamate sospette riprendono, è fondamentale rivolgersi alle forze dell’ordine e sporgere denuncia, documentando gli episodi.

Inoltre, è utile avvisare i propri contatti che il numero potrebbe essere stato compromesso. Alcune app e gestori telefonici offrono strumenti di protezione e tracciamento delle attività anomale, che possono aiutare a mitigare i danni e, in certi casi, bloccare le chiamate sospette.

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