Negli ultimi mesi a Roma è esplosa una nuova ondata di truffe bancarie che sta colpendo cittadini di ogni età, anche i più attenti. Si chiama truffa del bonifico contrario, ma dietro questo nome apparentemente tecnico si nasconde un sistema ingegnoso e pericolosamente convincente, capace di prosciugare interi conti in poche ore.
- Quando il numero della “banca” è una trappola
- Cos’è davvero la truffa del bonifico contrario
- Spoofing: la tecnologia che inganna anche gli esperti
- Roma, epicentro di un fenomeno in crescita
- Come difendersi dal bonifico contrario
Quando il numero della “banca” è una trappola
Tutto comincia con una telefonata. Sul display compare un numero che sembra appartenere alla propria banca, magari persino lo stesso della filiale in cui si ha il conto. La voce dall’altro lato è gentile, professionale, e informa che è stato rilevato un movimento sospetto sul conto. Per “bloccarlo”, l’operatore chiede di confermare alcune operazioni o di effettuare un bonifico “di sicurezza” verso un conto temporaneo.
La vittima, convinta di parlare con un vero dipendente bancario, segue le istruzioni passo dopo passo. Peccato che dietro quella telefonata non ci sia nessuna banca, ma un gruppo di hacker che utilizza una tecnica chiamata spoofing, capace di falsificare il numero del chiamante per farlo sembrare autentico.
Cos’è davvero la truffa del bonifico contrario
Questo tipo di frode si fonda sulla manipolazione psicologica. Gli autori creano un senso d’urgenza, spingendo la vittima ad agire in fretta, temendo di perdere i propri risparmi. È proprio in quei momenti di panico che il truffatore convince a “spostare temporaneamente” il denaro su un conto più sicuro. In realtà, quel trasferimento è definitivo: i fondi finiscono immediatamente nelle mani dei criminali informatici e, nella maggior parte dei casi, diventano irrecuperabili.
Molti cittadini romani hanno già denunciato casi simili: le vittime si sono viste sparire somme anche ingenti, spesso dopo una telefonata di pochi minuti. Gli hacker, una volta ottenuto l’accesso al conto, possono svuotarlo attraverso una serie di bonifici consecutivi o trasferimenti verso banche estere.
Spoofing: la tecnologia che inganna anche gli esperti
Il termine “spoofing” deriva dall’inglese “to spoof”, cioè “ingannare”. Attraverso software specializzati, i truffatori riescono a far comparire sul telefono della vittima un numero identico a quello di un’istituzione reale: banca, poste, o persino forze dell’ordine. In alcuni casi, la truffa si perfeziona con l’invio di un SMS che sembra provenire dallo stesso thread delle comunicazioni ufficiali della banca.
È un raggiro sofisticato, che sfrutta una debolezza psicologica ben precisa: la fiducia nei numeri conosciuti. Se a chiamarci è la “banca”, tendiamo a rilassarci e ad ascoltare. È in quel momento che gli hacker colpiscono.
Roma, epicentro di un fenomeno in crescita
Secondo le prime segnalazioni, la truffa del bonifico contrario si sta diffondendo rapidamente anche nei quartieri più centrali di Roma. Le vittime raccontano di aver ricevuto telefonate convincenti, con interlocutori che conoscevano perfino il saldo del conto o i movimenti recenti, dati probabilmente sottratti da precedenti violazioni informatiche.
Come difendersi dal bonifico contrario
Le banche italiane, e in particolare il Gruppo BCC Iccrea che ha lanciato la campagna informativa “Stop Frodi”, ricordano alcune regole fondamentali:
- nessuna banca chiede mai credenziali o codici via telefono o SMS;
- nessun operatore invita a effettuare bonifici “di sicurezza” o trasferimenti urgenti;
- qualsiasi richiesta di questo tipo è un segnale di allarme immediato.
Se si riceve una chiamata sospetta, la cosa migliore è chiudere e richiamare direttamente la banca utilizzando il numero ufficiale riportato sul sito o sui documenti del conto. È utile anche segnalare l’episodio alla Polizia Postale, che monitora costantemente questo genere di frodi.