Cotechino e lenticchie, perché a Capodanno e perché portano soldi

Paese che vai, usanze di Capodanno che trovi: perché da noi si mangiano cotechino e lenticchie e perché si dice portino soldi e fortuna?

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Qualsiasi cosa decidiate di fare per festeggiare la notte di San Silvestro e dare il benvenuto al 2022, che sia una cena con i parenti a casa o uno sfarzoso evento nel locale più in della vostra città – con le dovute accortezze anti-Covid – il menù di Capanno finisce sempre con cotechino e lenticchie (qui il make up perfetto per le feste, ecco come stupire parenti e amici).

Questo piatto è il tradizionale epilogo della succulenta cena del 31 dicembre, quando dopo abbondanti antipasti, ricchi primi piatti, sfiziosi secondi, e ancora dolci, frutta, caffè e ammazzacaffè, arriva il momento più atteso.

Atteso perché, nonostante le numerose calorie che ingurgitiamo anche soltanto con un boccone di cotechino e lenticchie, speriamo sempre che questa tipica pietanza ci porti soldi, fortuna benessere e prosperità.

Da dove nasce la tradizione e la credenza legate alla rinomata accoppiata gastronomica di Capodanno? Il cotechino – che in alcune regioni italiane viene sostituito dallo zampone – è un insaccato molto grasso e ricco, dunque simboleggia la speranza di prosperità e abbondanza.

Le lenticchie sono – stando ad alcuni scienziati – il primo legume coltivato nella storia e soprattutto sono protagoniste di un episodio presente nell’Antico Testamento: si narra che Esaù, dopo una lite con il fratello Giacobbe, decise di dare tutti i suoi averi in cambio di un piatto di zuppa a base di lenticchie.

Questa storia, legata anche alla forma dei piccoli legumi che assomigliano alle monete d’oro, ha contribuito a diffondere la convinzione che più se ne mangiano a Capodanno, più il nuovo anno sarà soddisfacente dal punto di vista economico (ma cosa dice l’oroscopo a tal proposito?).

L’usanza di mangiare cotechino e lenticchie a Capodanno è pressoché unanime in tutta Italia, ma nel resto del mondo ci sono altre tradizioni culinarie attraverso cui ci si augura buona fortuna. In Spagna per esempio si mangiano 12 chicchi d’uva, uno per ogni rintocco dell’orologio di Puerta del Sol a Madrid; in Giappone si beve sakè ascoltando i 108 rintocchi.

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