Per anni è circolata tra gli automobilisti una convinzione quasi folkloristica: fare benzina di notte, quando fa più freddo, permetterebbe di “pagare meno” perché la benzina sarebbe più densa. Un trucco di strada, passato di bocca in bocca come un segreto da esperti della pompa. Ma quanto c’è di vero? E soprattutto: cosa dice davvero la fisica quando togliamo di mezzo miti e suggestioni? La risposta è meno intuitiva di quanto sembri, e come spesso accade sta tutta nei dettagli.
- Il mito della benzina fredda: perché sembra avere senso
- La realtà dei distributori: la benzina non segue il clima esterno
- Quanto si risparmia davvero? La risposta disillude, ma chiarisce
- Perché questo mito continua a circolare?
Il mito della benzina fredda: perché sembra avere senso
L’idea nasce da un principio reale: i liquidi, quando si raffreddano, si contraggono e aumentano la loro densità. È vero per l’acqua (con le sue eccezioni), ed è vero anche per i carburanti. Dunque, secondo questa logica, un litro di benzina a bassa temperatura conterrebbe “più materia” rispetto a un litro misurato a temperature più alte.
La leggenda sfrutta questo ragionamento per costruire una promessa allettante: se faccio il pieno di notte, compro più benzina allo stesso prezzo. E in teoria, numeri alla mano, il calcolo sembra addirittura convincente. Immaginiamo un pieno da 50 litri. Se la temperatura scendesse da 15 a 0 gradi, la contrazione del carburante potrebbe raggiungere circa un litro. Tradotto in soldi: poco meno di 2 euro risparmiati.
È qui che molti si fermano, convinti di aver trovato la scorciatoia perfetta. Ma la fisica completa la storia con un dettaglio che ribalta tutto.
La realtà dei distributori: la benzina non segue il clima esterno
La parte del racconto che manca quasi sempre è la più importante: nei distributori, la benzina non è esposta né al sole né al gelo. Il carburante viene conservato in grandi serbatoi sotterranei, spesso a diversi metri sotto terra. E il sottosuolo ha una caratteristica fondamentale: mantiene una temperatura molto stabile.
Questo significa due cose:
- La benzina non si raffredda né si riscalda rapidamente come l’aria.
- Gli sbalzi termici tra giorno e notte quasi non la toccano.
- Se fuori ci sono 5 o 25 gradi, là sotto la temperatura cambia poco e lentamente. Le condizioni ideali, insomma, per neutralizzare proprio quel “trucchetto” su cui si basa la leggenda metropolitana.
Non a caso gli esperti lo spiegano chiaramente: il carburante erogato ha praticamente la stessa temperatura a qualsiasi ora del giorno. La differenza reale, quando c’è, è minima. E quel potenziale litro di contrazione ipotizzato nei calcoli teorici evapora immediatamente.
Quanto si risparmia davvero? La risposta disillude, ma chiarisce
Passiamo ai numeri concreti. Nel mondo reale, la differenza di densità tra notte e giorno, considerando un serbatoio sotterraneo, produce un risparmio che oscilla tra 1 e 3 centesimi per un pieno. Non euro. Non litri “regalati”. Centesimi. È talmente poco che nemmeno si nota sul display della pompa.
In altre parole: fare benzina di notte non è una strategia di risparmio, ma semplicemente una preferenza personale. Se si va al distributore nelle ore più fresche è per comodità o abitudine, non per un ritorno economico apprezzabile.
Perché questo mito continua a circolare?
Le leggende che hanno un fondo di verità, anche minimo, sopravvivono a lungo. E qui la base scientifica c’è: la benzina, come tutti i liquidi, è soggetta alla dilatazione termica.
Ma ciò che manca è il contesto: la realtà dei distributori moderni.
E quando si mescolano scienza parziale, passaparola e voglia di sentirsi più furbi del sistema, il gioco è fatto.
Fare benzina quando fa freddo “funzionerebbe” solo se il carburante fosse conservato a temperatura ambiente. Ma i serbatoi sotterranei eliminano quasi del tutto questo effetto, rendendo impercettibile ogni variazione di densità. Dunque sì, in laboratorio la benzina fredda è più densa. No, al distributore non cambia praticamente nulla. Il risparmio reale è di pochi centesimi, spesso inesistente.