Stamattina l’Italia si è svegliata con una notizia che nessuno avrebbe mai voluto leggere: Ornella Vanoni se n’è andata nella notte del 21 novembre, lasciando un vuoto difficile da raccontare. Eppure, nelle ore del dolore, a tornare alla mente è anche un momento divertente, ovvero quella sua battuta sul Natale diventata un simbolo, un lampo di ironico genio che oggi assume il sapore dolce-amaro dell’ultimo saluto.
- La morte di Ornella Vanoni: un’icona della musica italiana
- “Non so se arrivo a Natale”: la frase che oggi risuona come una profezia
- L’intervista del 2025: l’ultima grande lezione a Verissimo
La morte di Ornella Vanoni: un’icona della musica italiana
Ornella Vanoni ci ha lasciati nella sua casa di Milano a 91 anni, stroncata da un arresto cardiocircolatorio. Con lei scompare una delle voci più autorevoli e riconoscibili della musica italiana, una donna capace di attraversare quasi settant’anni di storia dello spettacolo senza mai perdere la propria eleganza, la propria schiettezza, la propria ironia. La sua carriera ha avuto inizio nel lontano 1956, contando oltre cento album pubblicati, più di 55 milioni di dischi venduti, Festival di Sanremo indimenticabili, collaborazioni con giganti come Gino Paoli, De André, Toquinho, Benson e Hancock.
Ma la Vanoni aveva un modo tutto suo di parlare della vita, e anche della morte. Negli ultimi anni ne aveva discusso spesso con grande serenità, senza timore né tabù. Raccontava di aver già deciso tutto: dalla musica al funerale, fino all’abito. A Paolo Fresu aveva chiesto di suonare durante la cerimonia; a tutti aveva raccomandato di non spendere troppo per la bara, “tanto andrà bruciata”. Aveva persino indicato il luogo per disperdere le ceneri: il mare, forse Venezia, ma “fate come volete”. Aveva scelto anche il vestito: uno Dior, “fa una bella figura”.
Nel raccontarsi, ricordava che oggi si muore “dolcemente”, grazie alle cure moderne, e ripeteva di voler vivere solo finché esisteva uno scambio con la vita stessa. Una lucidità rara, che rende ancora più struggente il suo ultimo giorno.
“Non so se arrivo a Natale”: la frase che oggi risuona come una profezia
Tra i tantissimi momenti iconici regalati da Ornella Vanoni al pubblico, ce n’è uno che oggi risuona con una forza emotiva inaspettata. Nel 2021, ospite a Che Tempo Che Fa, entrò in studio sbuffando e disarmante come sempre. Si sedette, guardò Fazio e, senza che nessuno le avesse ancora rivolto una domanda, disse: “Non so se arrivo a Natale”. Una frase pronunciata con ironia, con quella schiettezza che solo lei sapeva permettersi, fondendo la stanchezza con lo humor. E infatti fece subito esplodere il web, che non tardò a trasformare quella battuta in un manifesto dello stress di fine anno e nel simbolo di una generazione intera.
Quella frase divenne un meme, un tormentone nazionale, stampato persino sulle tazze e condiviso da migliaia di utenti sui social. Era diventata il modo più semplice e più vero per dire al mondo: “sono stanca, ma ci rido su”.
Eppure oggi, a un mese esatto dal Natale che non vedrà, quelle parole risuonano in maniera completamente diversa. Non più come uno scherzo, ma come un regalo involontario: l’ultima battuta di una donna che ha fatto dell’ironia un’arte, persino nel parlare della fine. Negli ultimi mesi, al Salone del Libro, aveva ripetuto quella frase con un sorriso: “La morte non è un tabù. Quando si ha la mia età, la si deve pensare, senza ansia, come vicina”.
L’intervista del 2025: l’ultima grande lezione a Verissimo
Solo pochi mesi fa, a Verissimo, Ornella Vanoni aveva parlato ancora una volta della morte, con la stessa serenità che l’aveva accompagnata negli ultimi anni: “Per me la morte è vicina… ho 90 anni, praticamente 91”, aveva detto con una dolcezza disarmante nel salottino televisivo di Silvia Toffanin.
Parole che, riascoltate oggi, ci fanno capire quanto Ornella Vanoni fosse lucida, consapevole e profondamente vera. Aveva fatto pace con tutto, persino con l’idea dell’ultimo viaggio.