Il caffè fa bene alla vista: lo studio

Una ricerca della Cornell University apre nuovi scenari sulle proprietà del caffè

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Una notizia curiosa per i caffèdipendenti. E sappiamo che sono tanti. In Italia il caffè è un rito intoccabile, ma anche negli Stati Uniti, sebbene quella bevanda annacquata non possa definirsi davvero caffè, va forte. Secondo una ricerca della NCA (National Coffee Association) i bevitori regolari di caffè ne assumono tre tazze al giorno.

Il caffè dà la giusta carica al mattino, è un ottimo pretesto per fare delle pause mentre si lavora e, per chi non soffre d’insonnia, è cosa gradita anche a fine cena. Spesso però viene accusato di non fare benissimo alla salute, visto che la caffeina è associata a problemi come ansia, dolori muscolari e affaticamento.

Come riporta Mashed.com, però, c’è una ricerca dell’American Optometric Association (AOA) che suggerisce che un componente chiave del caffè potrebbe svolgere un ruolo cruciale nell’aiutare a prevenire l’indebolimento della vista causato dalla vecchiaia. L’indagine, condotta dalla Cornell University, ha mostrato un legame tra acido clorogenico (CLA) e protezione contro i danni alla vista causati da diabete, invecchiamento e glaucoma.

ScienceDaily spiega che – nonostante la sua reputazione – il caffè contiene solo l’1% di caffeina, rispetto al 9% di CLA. L’esperimento della Cornell University ha trattato i topi con sostanze chimiche progettate per causare problemi alla retina; tuttavia, i roditori a cui era stato somministrato il CLA non hanno sviluppato problemi. Alla luce di quanto emerso dallo studio gli scienziati stanno cercando di stabilire se bere caffè consentirà al CLA di filtrare negli occhi in modo simile a come viene assorbito nel sistema digestivo.

Se ciò sarà possibile, l’AOA non esclude la possibilità per il CLA di essere incorporato nei colliri, sviluppando la possibilità di prevenire la perdita della vista. Oltre alla possibilità di essere in grado di prevenire gravi patologie oculari, il caffè è associato alla riduzione del rischio di sviluppare cancro, diabete e Parkinson, secondo ScienceDaily.

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