Il panda non è più una specie a rischio estinzione

La Cina ha dichiarato il panda salvo dal rischio estinzione ma resta una specie “vulnerabile”.

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Buona notizia dal mondo degli animali: il panda è stato dichiarato dalla Cina al riparo dal rischio estinzione. Gli animalisti e non solo possono, dunque, festeggiare numeri rassicuranti secondo i quali gli esemplari in natura sarebbero in salita. Ci sarebbero, infatti, circa milleottocento panda giganti nella sola provincia centrale cinese; dati che sono frutto dell’impegno della comunità locale e internazionale che ha lavorato per diversi decenni a tutela della specie.

A rendere complessa la salvaguardia di questi mammiferi è anche la difficoltà nell’allevarli dato che le femmine possono rimanere incinte per poche ore ogni anno. Inoltre, il panda necessita di un ecosistema specifico in cui ci sia abbondanza di bambù senza il quale non sopravvive. La quantità necessaria al giorno, infatti, è in media tra i nove e diciotto chili. Da qui gli interventi mirati proprio a ripopolare le aree verdi adatte ai panda.

Scongiurato il rischio estinzione, il panda simbolo del WWF resta “vulnerabile” ma grazie questo primo passo è un ottimo segnale. Plauso innegabile va alla Cina che, come ha dichiarato Cui Shuhong – Direttore del Dipartimento di Protezione Ecologica Naturale del Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente –, ha messo in campo “sforzi di lunga data” (riferisce lazampa.it)

In questo modo, “le migliorate condizioni di vita” di questo animali hanno reso possibile la nuova classificazione. In occasione dell’annuncio, è stato anche sottolineato come la creazione di riserve naturali e l’ampliamento dell’habitat dedicato ai panda abbiano dato un contributo fondamentale. Per queste aree protette, dedicate esclusivamente a tale specie, il Paese ha investito ampiamente anche per questioni diplomatiche.

Molte zone, infatti, sono state donate e molte concesse agli zoo stranieri in cambio di un affitto annuo pari a un milione di dollari. Al netto della politica, i numeri sono confortanti anche per altre specie quali tigri siberiane, leopardi dell’Amur, ibis crestato ed elefanti asiatici (lazampa.it). Il loro popolamento sarebbe, infatti, in aumento.

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