Ecco perché venerdì 17 è un giorno sfortunato

Venerdì 17 è da sempre considerato un giorno sfortunato: ecco perché

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

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In molte culture, il numero 13 è considerato un portatore di sfortuna, ma in Italia, c’è un altro giorno che suscita la stessa, se non maggiore, superstizione: il venerdì 17. Questo giorno è legato a una particolare combinazione di fattori che, nella tradizione popolare, sono visti come negativi. Ma perché proprio il 17? E cosa lo rende così temuto, specialmente quando coincide con il venerdì?

La storia del 17 visto come numero sfortunato

Il concetto di sfortuna legato al numero 17 ha radici antiche. Già nell’antica Grecia, Pitagora e i suoi seguaci consideravano il 17 come un numero sfortunato, poiché si trovava tra due numeri “perfetti” nella loro geometria, il 16 e il 18. Tuttavia, è nel corso della storia che il numero 17 ha acquisito la sua notorietà in Italia. La paura nei suoi confronti si è radicata soprattutto nell’immaginario collettivo, spesso connesso alla superstizione che coinvolge anche il giorno della settimana: il venerdì.

Perché proprio venerdì 17?

Il venerdì, infatti, è già di per sé un giorno con una lunga tradizione di malasorte, a causa della sua associazione con il Venerdì Santo, il giorno della morte di Gesù Cristo. In questo contesto, il venerdì è visto come un giorno di lutto e di eventi tragici. La combinazione di questa data con il numero 17, che nella numerologia romana può essere letto come “VIXI” (un termine latino che significa “sono morto”), alimenta ulteriormente la paura e la superstizione popolare.

Questa particolare superstizione è unica in Italia e in alcuni paesi con radici cattoliche e greco-latine, ma non è universale. Ad esempio, nei paesi anglosassoni e in Brasile, la vera paura ricade sul venerdì 13, mentre in Spagna, Grecia e in Sud America, il giorno di mala sorte è il martedì 13. Tuttavia, il fenomeno del venerdì 17 è saldamente radicato nel folklore italiano, tanto da essere preso spesso in giro, ma anche rispettato, come un giorno da evitare per intraprendere nuove iniziative o prendere decisioni importanti.

Perché il venerdì 17 fa paura?

Ma cosa si cela dietro questa superstizione così radicata? Oltre all’associazione con la morte, c’è anche una serie di eventi storici che hanno contribuito a cementare il 17 come simbolo di cattiva sorte. Una delle teorie più popolari riguarda la Battaglia di Teutoburgo, combattuta nel 9 d.C. tra i Romani e i Germani, in cui le legioni romane 17, 18 e 19 furono annientate, segnando un’importante sconfitta per l’Impero Romano. Dopo questa battaglia, i numeri 17, 18 e 19 furono evitati dalle legioni romane, contribuendo alla loro associazione con la sfortuna.

Il numero 17 nel resto del mondo

Nonostante la paura popolare, è interessante notare che il numero 17 ha anche significati positivi in alcune altre tradizioni. Nella cabala ebraica, ad esempio, il 17 è considerato un numero propizio, poiché la somma delle lettere che compongono il numero (têt, waw e bêth) forma la parola “tôv”, che significa “buono” o “bene”.

Nella cultura popolare, il venerdì 17 è stato anche ripreso in vari media, tra film e libri, che hanno contribuito a perpetuare il mito. Un esempio di come questa superstizione venga giocata anche in chiave ironica è nel film Era di venerdì 17, dove l’elemento della sfortuna viene trattato con un tono leggero e comico.

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