Il 2023 potrebbe essere ancora più caldo del 2022, e di questo passo finiremo con lo scioglierci. Lo fanno sapere gli scienziati. Ma a che cosa è dovuto questo ulteriore innalzamento delle temperature? Con una cadenza che va dai 2 ai 7 anni, ciclicamente l’Oceano Pacifico equatoriale diventa fino a 3°C più caldo (quello noto come El Niño) o più freddo (La Niña) del solito, causando una serie di effetti in tutto il mondo. Questo ciclo è chiamato El Niño Southern Oscillation (ENSO) perché ogni El Niño è seguito da La Niña e viceversa, con alcuni mesi di condizioni neutre tra gli eventi.

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti ha fatto sapere che l’Oceano Pacifico equatoriale tornerà al suo stato neutrale tra marzo e maggio del 2023 ed è probabile che le condizioni di El Niño si sviluppino nel corso dell’autunno e dell’inverno dell’emisfero settentrionale. E allora che cosa aspettarsi dal prossimo evento de El Niño?

Nella seconda metà dell’anno avrà inizio il Niño e quindi aumenteranno le temperature che già negli ultimi anni hanno fatto registrare picchi preoccupanti. Questo vuol dire ondate di calore senza precedenti e molto probabilmente un aumento in tutto il mondo di 1,5°C di riscaldamento.

Ma non è tutto, perché El Niño si verifica durante l’inverno dell’emisfero settentrionale e il suo effetto di riscaldamento necessita di diversi mesi per essere avvertito: questo vuol dire che è molto più probabile che il 2024 stabilisca un nuovo record di temperatura globale.

Il Met Office, il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, e l’ufficio di meteorologia del governo australiano, ritengono che La Niña dovrebbe essere terminata tra la fine di gennaio e febbraio e le condizioni dell’oceano Pacifico potranno arrivare a una fase neutrale che potrebbe perdurare almeno fino a tutto il mese di aprile. Insomma, tra poche settimane le temperature nell’area del Pacifico potranno aumentare e le medie mondiali battere persino quelle del 2022.