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Il primo cibo "da Marte" è realtà: così stiamo imparando a coltivare nello Spazio

Un progetto innovativo sta per cambiare il modo in cui pensiamo al cibo e allo Spazio.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Per anni coltivare su Marte è stato un tema da fantascienza, buono per film e romanzi. Oggi, invece, è diventato un campo di ricerca concreto, con laboratori sulla Terra che simulano le condizioni estreme del Pianeta Rosso per capire come produrre cibo anche lontano dal nostro mondo.

Al centro di questa sfida c’è un progetto italiano che sta attirando l’attenzione di ricercatori e agenzie spaziali internazionali. Un’iniziativa che unisce spazio, agricoltura e innovazione tecnologica, con un obiettivo ambizioso: rendere possibile la produzione di cibo anche in ambienti ostili come quello marziano.

Coltivare su Marte partendo dalla Terra

Il cuore del progetto è una grande camera hi-tech progettata per riprodurre, sulla Terra, le condizioni ambientali che si troverebbero sulla superficie di Marte. L’idea è semplice solo in apparenza: se vogliamo capire quali piante potrebbero crescere su un altro pianeta, dobbiamo prima creare un ambiente che gli somigli il più possibile.

È così che nasce MARTE, un simulatore avanzato sviluppato grazie alla collaborazione tra industria e università. All’interno di questa struttura, ogni parametro viene controllato con estrema precisione per mettere alla prova semi, germogli, piante e persino microrganismi terrestri.

Un ambiente estremo, ma controllato

Nella camera MARTE l’atmosfera è rarefatta, ricca di anidride carbonica e povera di ossigeno, proprio come su Marte. Le temperature possono scendere fino a -40 gradi, simulando il freddo intenso del pianeta. Anche la luce viene regolata artificialmente, alternando fasi di illuminazione e buio per studiare come le piante reagiscono a cicli molto diversi da quelli terrestri.

Un altro elemento cruciale è la gravità. Marte ha una gravità molto inferiore a quella della Terra, e questo influisce profondamente sulla crescita degli organismi viventi. Per questo il simulatore utilizza un sistema di “posizionamento casuale” che riduce l’effetto della gravità terrestre, permettendo agli scienziati di osservare come la vita si può adattare a condizioni così insolite.

Perché questa ricerca riguarda tutti noi

Parlare di cibo “da Marte” non significa pensare esclusivamente a colonie spaziali. Le conoscenze che emergono da questi esperimenti hanno ricadute dirette anche sul nostro pianeta. Le piante selezionate per resistere a freddo, scarsità d’acqua e terreni poveri di nutrienti potrebbero diventare fondamentali anche sulla Terra, in un contesto attuale segnato come ben sappiamo dai cambiamenti climatici.

L’obiettivo è sviluppare coltivazioni che consumino meno suolo e meno acqua, ma che offrano allo stesso tempo un alto valore nutrizionale. In altre parole, un’agricoltura più sostenibile, capace di affrontare condizioni sempre più estreme, dalle zone aride alle aree colpite da eventi climatici intensi.

Un laboratorio per la vita e per la tecnologia

All’interno di MARTE è possibile testare anche materiali e componenti tecnologici destinati alle future missioni spaziali. Attraverso analisi avanzate, come quelle spettroscopiche, i ricercatori possono verificare come reagiscono sensori, strutture ed elementi elettronici in un ambiente simile a quello marziano.

Questo approccio multidisciplinare rende il progetto un vero laboratorio del futuro, utile tanto all’astrobiologia quanto all’ingegneria aerospaziale. Le innovazioni sviluppate potrebbero tradursi in nuovi brevetti e applicazioni industriali, rafforzando il legame tra ricerca scientifica e sviluppo economico.

Dal Piemonte allo spazio profondo

Non è un caso che questo progetto nasca in Italia, grazie a una rete che coinvolge aziende tecnologiche, università e istituzioni regionali. L’interesse attorno a MARTE è già alto, e l’obiettivo a lungo termine è realizzare più unità del simulatore, così da permettere a gruppi di ricerca di tutto il mondo di studiare in modo approfondito l’adattamento della vita a un ambiente alieno.

Il percorso che porterà l’umanità a coltivare davvero su Marte è ancora lungo, ma un primo passo concreto è già stato fatto. E passa da qui: da un laboratorio terrestre dove si coltiva il cibo del futuro, pensando non solo allo spazio, ma anche al destino del nostro pianeta.

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