Il progetto di produrre birra da acque reflue non è un capriccio, ma affonda le radici nella dura realtà della crisi idrica che affligge la California e ampie zone degli Stati Uniti occidentali. Lo Stato, noto per la sua agricoltura intensiva e le megalopoli, ha affrontato e continua ad affrontare cicliche e devastanti siccità. In questo scenario, l’acqua potabile è diventata una risorsa critica da gestire con estrema cautela.
L’obiettivo di Epic Cleantec con la sua Epic OneWater Brew era fungere da catalizzatore per il cambiamento, dimostrando che la tecnologia moderna offre soluzioni concrete per trasformare i reflui urbani in una risorsa preziosa. L’idea è quella di normalizzare il concetto di “riuso idrico”, spesso etichettato con lo sgradevole termine “toilet-to-tap” (dal gabinetto al rubinetto), combattendo un forte pregiudizio. L’azienda vuole dimostrare che l’acqua riciclata può essere più pulita e più sicura di molte fonti idriche tradizionali.
Modello tecnologico ispirato allo spazio
Il cuore del progetto è l’innovativo sistema di depurazione installato nel complesso residenziale di 40 piani e 550 unità a San Francisco, che fornisce le acque grigie per la produzione.
Il processo di Epic Cleantec si articola in tre fasi di depurazione e filtrazione, portate avanti con standard elevatissimi:
- Vengono utilizzati batteri per scomporre i contaminanti organici, seguiti da una prima separazione dei solidi.
- L’acqua viene spinta attraverso una serie di membrane filtranti estremamente sottili, capaci di rimuovere particelle minuscole, compresi virus e batteri, con un’efficacia che supera di gran lunga i metodi di depurazione convenzionali.
- Il liquido subisce un processo finale di disinfezione che combina l’uso di luce ultravioletta (UV) e l’aggiunta controllata di cloro residuo.
Questa tecnologia non solo recupera oltre il 95% dell’acqua utilizzata nell’edificio per usi secondari (come lo scarico dei WC e l’irrigazione), ma produce anche un surplus di acqua con una purezza tale da essere idealmente idonea al consumo umano. L’azienda afferma con orgoglio che il livello di purezza ottenuto spesso supera gli standard federali richiesti per l’acqua potabile.
Le barriere legali
Il lancio delle due birre artigianali – la Shower Hour IPA e la Laundry Club Kölsch – non è stato un lancio commerciale tradizionale. Nonostante la produzione di una tiratura limitata di oltre 7.000 lattine, le leggi federali della California, che ancora vietano la vendita al pubblico di prodotti alimentari e bevande realizzati con acqua riciclata, hanno imposto una distribuzione limitata a eventi di sensibilizzazione e conferenze internazionali.
Eppure, la risposta del pubblico e della critica è stata incoraggiante. I fortunati degustatori hanno descritto il prodotto come di alta qualità, con sapori frizzanti e puliti, smentendo l’iniziale scetticismo legato all’origine dell’acqua.
Appello globale per la consapevolezza
Il CEO della start-up Aaron Tartakovsky ha utilizzato il palcoscenico della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua per lanciare la sua sfida al mondo del beverage, evidenziando l’enorme impronta idrica della produzione di birra e di altre bevande. Se una delle bevande più amate al mondo può essere prodotta in modo sicuro e gustoso utilizzando acqua riciclata, l’ostacolo psicologico al riuso domestico e industriale crolla significativamente. Il successo del progetto potrebbe spingere i legislatori a rivedere le norme, aprendo la strada a un futuro dove il riciclo idrico diretto diventerà una componente fondamentale per la resilienza idrica urbana a livello globale.