Esiste l'allergia alla palestra. Lo dice la scienza

L'allergia alla palestra? Esiste! Gli scienziati hanno scoperto che alcune persone si sentono male dopo aver compiuto uno sforzo fisico

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L’allergia alla palestra esiste e a svelarlo sono stati gli stessi scienziati che hanno confermato la presenza di una anafilassi da sforzo fisico. I sintomi di questa patologia in sostanza si scatenano solamente quando viene svolta un’attività fisica. Si tratta di un fenomeno poco comune, ma che non va assolutamente sottovalutato perché potrebbe portare a conseguenze gravi.

L’allergia viene scatenata, appunto, dal movimento fisico. Alcune persone si sono sentite male dopo aver corso o fatto gli addominali, altre semplicemente dopo che avevano camminato o fatto giardinaggio. Questa forma particolare di anafilassi colpisce soprattutto le persone giovani e in modo indifferente sia uomini che donne.

I sintomi sono molto simili e quelli riscontrati in caso di allergie alimentari. Troviamo quindi abbassamento improvviso della pressione, difficoltà respiratorie, orticaria, crampi addominali e vomito. Il più delle volte questi problemi si manifestano dopo mezz’ora dall’inizio dell’attività fisica e possono durare per diverso tempo.

A quanto pare dunque essere “allergici alla palestra” non è un modo di dire, ma una realtà che pochi conoscono. L’anafilassi da sforzo fisico è caratterizzata da tre fasi. Nella prima, della prodromica, si sperimenta prurito, eritema, calore e astenia, in seguito sopraggiunge la seconda fase caratterizzata da orticaria gigante e angioedema. L’ultima fase è denominata conclamata e interessa in particolare le vie aeree superiori e inferiori, il tratto gastrointestinale e l’apparato cardiocircolatorio. In questo caso si verificano tosse, stridore laringeo, broncospasmo, nausea, crampi addominali, vomito, diarrea, ipotensione e collasso.

Ma c’è di più. Gli studiosi hanno infatti scoperto che l’allergia allo sport potrebbe peggiorare se prima di fare attività fisica si consumano alcuni alimenti. In particolare quelli ricci di istamina come fragole, ananas, agrumi, banane, pomodori, albume, spinaci, insaccati, formaggi fermentati, cioccolato, vino, coca cola, birra, alimenti in scatola, caffè, frutti di mare e pesce conservato (ad esempio aringhe, alici e tonno).

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