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Usi l'IA per i temi? I Professori hanno un trucco per scoprire tutto!

Come riconoscere se uno studente ha usato l’intelligenza artificiale per scrivere un tema: la ricerca che aiuta i docenti

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Negli ultimi mesi, il dibattito sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale a scuola si è fatto sempre più acceso. Con la diffusione di strumenti come ChatGPT e altri chatbot generativi, studenti di ogni ordine e grado possono facilmente ottenere testi ben scritti, coerenti e formalmente impeccabili in pochi secondi. Ma cosa succede quando questi strumenti vengono utilizzati per scrivere temi scolastici, magari spacciandoli per propri? E, soprattutto, è possibile per un insegnante accorgersi se un compito è stato scritto da uno studente o da un’intelligenza artificiale?

A questa domanda ha cercato di rispondere un gruppo di ricercatori dell’Università dell’East Anglia, che ha pubblicato uno studio volto proprio a indagare le differenze tra elaborati scritti da studenti reali e testi generati da un chatbot IA.

L’esperimento: 145 temi scritti da studenti e 145 scritti da ChatGPT

Per analizzare il fenomeno in modo scientifico, i ricercatori hanno messo a confronto due gruppi di elaborati: 145 compiti scolastici scritti da studenti universitari e 145 prodotti interamente da ChatGPT. I temi trattavano argomenti vari ma erano tutti realizzati a partire dalle stesse tracce. L’obiettivo era individuare elementi distintivi nello stile, nella struttura e nel contenuto tra gli scritti umani e quelli generati automaticamente.

Il risultato dello studio ha evidenziato una differenza chiara, quasi strutturale: i temi generati da ChatGPT risultavano, nella maggior parte dei casi, tecnicamente corretti, ben organizzati e formali. Tuttavia, mancavano di una componente che nei testi umani risulta quasi inevitabile: l’emotività.

La forza della scrittura umana: emozione, personalizzazione e tono diretto

Secondo quanto emerso dall’analisi, gli studenti tendono a scrivere temi in cui emergono elementi soggettivi, riflessioni personali, esperienze individuali e – non di rado – veri e propri slanci emotivi. Questo avviene spesso anche quando la traccia richiede uno stile più neutro, perché la scrittura umana è, per natura, personale e legata alla propria esperienza.

Nei testi umani si trovano frequentemente:

  • Domande retoriche, rivolte direttamente al lettore

  • Espressioni colloquiali o figure retoriche

  • Riferimenti autobiografici o esperienze vissute

  • Digressioni e commenti che rompono la linearità del discorso

Al contrario, i testi prodotti da un’intelligenza artificiale come ChatGPT tendono a evitare rischi. Si limitano a esporre concetti in modo chiaro e neutro, evitando emozioni, posizioni personali o scelte stilistiche audaci. Questo li rende, secondo i ricercatori, riconoscibili anche a un occhio non esperto, purché si sappia dove guardare.

Come possono i docenti riconoscere un testo scritto da un’IA?

I risultati della ricerca sono stati raccolti con l’obiettivo di aiutare concretamente gli insegnanti a individuare eventuali compiti “falsati” dall’uso dell’intelligenza artificiale. Secondo lo studio, ci sono alcuni segnali a cui prestare attenzione:

  1. Assenza di errori – Sebbene possa sembrare un pregio, un tema troppo perfetto, senza alcun errore di ortografia, grammatica o sintassi, può essere un campanello d’allarme. Gli studenti commettono inevitabilmente piccoli sbagli, che rendono il testo più realistico.

  2. Stile impersonale – I testi generati dall’IA sono spesso troppo neutri. Mancano di voce personale, tono soggettivo e spontaneità.

  3. Assenza di esperienze personali – ChatGPT non ha vissuto esperienze umane e, quindi, difficilmente inserirà ricordi, opinioni personali o situazioni specifiche legate alla vita di uno studente.

  4. Struttura troppo ordinata – I temi scritti dagli studenti possono essere più disordinati, con piccoli salti logici o momenti di incertezza. I testi dell’IA, invece, seguono una logica impeccabile dall’inizio alla fine.

L’uso consapevole dell’intelligenza artificiale a scuola

Nonostante i rischi, i ricercatori non suggeriscono di demonizzare l’uso dell’intelligenza artificiale nel contesto scolastico. Anzi, sottolineano che questi strumenti possono essere utili se utilizzati in modo responsabile. L’intelligenza artificiale può servire da supporto per migliorare un testo, trovare spunti o ampliare il vocabolario, ma non dovrebbe mai sostituire del tutto la scrittura autonoma.

Il professor Ken Hyland, autore principale dello studio, ha sottolineato che il vero obiettivo non è penalizzare gli studenti, ma stimolare in loro una riflessione critica sull’uso delle nuove tecnologie. Usare ChatGPT per scrivere un tema può sembrare una scorciatoia, ma rischia di compromettere lo sviluppo di competenze fondamentali, come la capacità di argomentare, esprimere un punto di vista e sviluppare uno stile personale.

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