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Gesù sopravvisse alla crocifissione e poi ebbe figli: documento esplosivo che potrebbe riscrivere la storia cristiana

Il Vaticano sotto accusa: il regista Mark Christopher Lee chiede la verità su Gesù e documenti segreti

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Nel panorama sempre più acceso del confronto tra religione, verità storiche e cultura pop, un nuovo protagonista si è imposto con forza. Il regista, musicista e polemista britannico Mark Christopher Lee ha lanciato un appello esplosivo destinato a scuotere profondamente le fondamenta del Cristianesimo e a infiammare il dibattito pubblico internazionale. Con dichiarazioni che definire sensazionali è un eufemismo, Lee accusa il Vaticano di nascondere documenti segreti che cambierebbero radicalmente la storia di Gesù Cristo.

Secondo l’autore, questi documenti – custoditi nei misteriosi e inaccessibili archivi segreti vaticani – proverebbero che Gesù non morì crocifisso, come raccontato nei Vangeli canonici, ma sopravvisse, si unì in matrimonio con Maria Maddalena e si stabilì con lei nel sud della Francia, dove generarono una discendenza tuttora sconosciuta alla storia ufficiale.

Una rivelazione del genere, se confermata, avrebbe conseguenze incalcolabili: metterebbe in discussione duemila anni di dottrina, il ruolo stesso della Chiesa cattolica, e la natura divina attribuita a Gesù Cristo.

Un’accusa clamorosa al cuore della fede cristiana

“Se questi documenti venissero resi pubblici,” afferma Lee, “potrebbero far crollare l’intera impalcatura della Chiesa cattolica.”

Il regista si presenta come un provocatore ma anche come un ricercatore, un “cacciatore di verità” intenzionato a portare alla luce quello che definisce il più grande insabbiamento religioso della storia. La sua richiesta al nuovo Papa, il cui nome non è stato ancora esplicitamente menzionato da Lee, è diretta e senza filtri: aprire finalmente gli archivi e rendere noti al mondo i documenti su Gesù, Maria Maddalena e la loro presunta discendenza.

Non è la prima volta che Lee si scaglia contro il Vaticano. In passato, ha già suscitato scalpore accusando la Chiesa di nascondere informazioni sugli UFO, avvicinandosi al filone cospirazionista caro a molti autori moderni. Ma questa volta, le sue affermazioni entrano nel cuore stesso della fede cristiana, scatenando reazioni forti sia tra i fedeli che tra i laici.

Il legame con la misteriosa morte di Roberto Calvi

Le teorie di Lee non si fermano alla storia biblica: si intrecciano con uno dei misteri più oscuri del XX secolo, ovvero la morte di Roberto Calvi, il banchiere legato allo IOR (Istituto per le Opere di Religione), trovato impiccato nel 1982 sotto il ponte dei Frati Neri (Blackfriars Bridge) a Londra. Il caso è stato ufficialmente archiviato come suicidio, ma da sempre sono circolate ipotesi su un possibile omicidio legato a scandali finanziari, massoneria e mafia.

Lee rilancia una teoria ancora più inquietante: secondo alcune fonti da lui citate, Calvi sarebbe stato in possesso di documenti segreti che provavano la vera storia di Gesù, e proprio questa scomoda verità avrebbe decretato la sua morte.

“Diverse fonti mi hanno riferito che Calvi era in procinto di rivelare qualcosa di molto più esplosivo di un semplice scandalo finanziario,” sostiene Lee. “Si dice che fosse entrato in possesso di documenti che svelavano la vera storia di Gesù, e che proprio per questo sia stato fatto tacere.”

Il film: The Last Grail Hunter

Tutte queste affermazioni trovano forma e narrazione cinematografica nel suo nuovo film “The Last Grail Hunter”, la cui uscita è prevista in tutto il mondo il 20 giugno 2025. Il film, già definito da molti come “il nuovo Codice Da Vinci”, si preannuncia come uno dei più controversi dell’anno. Protagonista è John Altman, celebre attore britannico noto per il suo ruolo nella serie EastEnders, qui nei panni di Johnny Calvi, personaggio ispirato alla figura enigmatica di Roberto Calvi.

Attraverso la storia di Johnny, il film si avventura tra congiure antiche, misteri religiosi, società segrete come i Templari e il Priorato di Sion, e una reinterpretazione simbolica del Santo Graal, che non sarebbe una coppa, ma la metafora vivente del sangue di Cristo, ovvero la sua progenie terrena.

“Molti hanno deriso Il Codice Da Vinci, ma in realtà molte delle sue teorie sono basate su indizi reali,” dichiara Lee. “Viviamo circondati da simboli che attendono solo di essere decifrati. L’arte, l’architettura e i testi antichi nascondono verità dimenticate.”

Maria Maddalena: la chiave di un’altra verità

Il ruolo di Maria Maddalena è centrale nelle teorie di Lee, così come lo fu in molti testi gnostici banditi dalla Chiesa nei primi secoli. In questi vangeli apocrifi, Maria non è una semplice “penitente”, ma una discepola privilegiata, amata e ascoltata da Gesù più degli altri apostoli. Alcuni testi, come il Vangelo di Filippo, la definiscono addirittura “compagna” di Cristo.

Se Gesù e Maria Maddalena fossero davvero stati sposati, e avessero avuto figli, ciò trasformerebbe radicalmente la figura del Cristo da essere divino celibe e martire, a uomo reale, maestro spirituale e padre di famiglia. E questo metterebbe in crisi l’intero sistema teologico costruito nei secoli successivi, dal Concilio di Nicea (325 d.C.) in poi.

La reazione (o il silenzio) del Vaticano

Finora, il Vaticano non ha commentato pubblicamente le dichiarazioni di Mark Christopher Lee. È prassi consolidata della Santa Sede non rispondere a provocazioni ritenute infondate o eretiche, ma in questo caso il silenzio potrebbe essere interpretato da molti come una forma di conferma indiretta o quanto meno come una mancanza di trasparenza.

Lee incalza: “La gente ha il diritto di sapere la verità. Non sto cercando di demolire la fede di nessuno, ma di far emergere fatti storici nascosti. La spiritualità non deve temere la verità, anzi: può solo rafforzarsi attraverso di essa.

Jeremy Clarkson getta altra benzina sul fuoco

A infiammare ulteriormente il dibattito ci ha pensato, in modo del tutto inatteso, l’ex conduttore di Top Gear, Jeremy Clarkson, noto per le sue uscite provocatorie. In una recente dichiarazione, ha definito Gesù “il più grande truffatore della storia”, con ironia dissacrante: “Camminavo sull’acqua. Mia madre era vergine. Mio padre era Dio. E ho fondato un’industria che è durata 2000 anni. Top man.”

Le sue parole hanno ovviamente sollevato una valanga di critiche da parte di fedeli e autorità religiose, ma indicano anche un cambiamento culturale in corso: la narrazione religiosa non è più intoccabile, e sempre più spesso viene sottoposta a verifica, critica o satira.

Verità, fede e potere

Il caso sollevato da Mark Christopher Lee solleva interrogativi che vanno oltre la religione. Chi controlla la verità storica? Chi decide cosa è leggenda e cosa è realtà? È giusto che un’istituzione millenaria possa custodire segreti di tale importanza?

Il suo film, tra fiction e documentario, ha il merito – o la colpa, a seconda dei punti di vista – di riaccendere l’interesse per la storia nascosta del Cristianesimo, per i testi apocrifi, per i legami tra religione, potere e cultura.

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