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Fukushima, acqua radioattiva in mare: allarme anche in Italia?

Il governo giapponese è pronto a rilasciare nel mare una grande quantità di acque reflue radioattive trattate. Ecco che rischi ci sono

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Il governo giapponese è pronto a rilasciare nel mare una grande quantità di acque reflue radioattive trattate. Che cosa vuol dire questo e che conseguenze può avere sull’ambiente e sull’uomo? Sono passati 12 anni dalla disastrosa fusione del triplo reattore nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi, e la Tokyo Electric Power Co (Tepco), che gestisce la centrale nucleare paralizzata, ha in programma molto presto di iniziare a rilasciare oltre un milione di tonnellate di acqua radioattiva dalla centrale in mare. Si tratta di acqua che è stata utilizzata soprattutto per raffreddare i reattori dopo il disastro e viene stoccata in grandi serbatoi nello stabilimento. Nel frattempo, come riporta Greenme.it, è in fase finale di costruzione un impianto in cemento per la diluizione dell’acqua dopo che è stata trattata e testata. Da lì l’acqua uscirà tramite un tunnel sottomarino.

I serbatoi di stoccaggio si stima che contengano 1,3 milioni di tonnellate di acqua, che corrispondono più o meno a 500 piscine olimpioniche.  Il principale contaminante radioattivo che resta dopo il trattamento è il trizio, una forma radioattiva di idrogeno difficile da rimuovere dall’acqua, e non c’è nessuna tecnologia per rimuovere tracce di trizio da un simile volume d’acqua. Inoltre servono 100 anni prima che la radioattività del trizio diventi di un livello trascurabile.

Eesistono standard internazionali per livelli sicuri di trizio, e al momento del rilascio le autorità giapponesi avrebbero scelto un limite di concentrazione sette volte più basso del limite raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma quali rischi esistono per la sicurezza? I pescatori locali fanno sapere che le loro attività e mezzi di sussistenza saranno oggetto di grandi danni. Greenpeace commenta: “Il governo giapponese ha ancora una volta deluso i cittadini di Fukushima. Il governo ha preso la decisione del tutto ingiustificata di contaminare deliberatamente l’Oceano Pacifico con acqua radioattiva. Ha ignorato sia i rischi legati all’esposizione alle radiazioni che l’evidenza della sufficiente disponibilità di stoccaggio dell’acqua contaminata nel sito nucleare e nei distretti circostanti. Invece di usare la migliore tecnologia esistente per minimizzare i rischi di esposizione a radiazioni immagazzinando l’acqua a lungo termine e trattandola adeguatamente per ridurre la contaminazione, si è deciso di optare per l’opzione più economica, scaricando l’acqua nell’Oceano Pacifico”. Come se non bastasse, l’acqua di Fukushima è potrebbe fare danni a lungo termine, arrivando a modificare anche il nostro DNA. A lanciare l’allarme è uno studio di Greenpeace Germania.

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