Nube radioattiva, la prima cosa da fare in caso di rischio

Il pericolo del nucleare continua a preoccupare l’Europa (e non solo): ma sappiamo davvero come dovremmo comportarci in caso di allarme?

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La paura della minaccia nucleare è, purtroppo, divenuta una costante che aleggia sul vecchio continente (e non solo) dallo scoppio del conflitto in territorio ucraino. Fin dalle primissime settimane dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, infatti, il Presidente Zelensky aveva reso noto che la centrale nucleare di Zaporizhzhia, per lungo tempo obiettivo degli attacchi delle milizie di Putin, che era “pericolosa al 100%”.

Una situazione che, a oltre un anno di distanza, si rivela ancora fortemente precaria e motivo di allerta per le potenze internazionali. Del resto, già tempo addietro, era stato sollevato il timore che i bombardamenti russi potessero aver sollevato polveri radioattive nei cieli dell’Ucraina. E il terrore nucleare su tutta l’Europa continua ad aleggiare, acuito negli ultimi giorni da un allarme che arriva direttamente da Mosca.

“Nube radioattiva verso l’Europa”, ma la Polonia smentisce l’allarme di Mosca: cosa sta succedendo?

Proprio in queste ore si stanno rincorrendo voci non del tutto chiare in merito alla possibilità che nubi contaminate si stiano muovendo in direzione del continente europeo. Come riporta RaiNews, a lanciare l’allerta è stato il capo del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolai Patrushev  dopo il bombardamento di un deposito con munizioni all’uranio impoverito di provenienza occidentale. A seguito della sua distruzione, dunque, si sarebbe formata una nube radioattiva che, sempre stando alle parole di Patrushev tramite l’agenzia Ria Novosti, avrebbe fatto già aumentare i livelli di radioattività in Polonia.

Peccato che l’Agenzia atomica polacca abbia già provveduto a smentire la notizia, dichiarando di non aver ricevuto alcuna notifica di emergenza radioattiva. Sul sito ufficiale, poi, si conferma l’impegno nel monitoraggio della situazione con il coinvolgimento di tutte le autorità del settore. “La situazione nel Paese è normale”, si legge ancora online, e i picchi in Polonia negli ultimi giorni sono fenomeni normali a causa delle piogge.

Ma qual è la prima cosa da fare in caso di rischio nucleare?

Innanzitutto bisogna ripararsi all’interno di edifici, rimanendo al chiuso, possibilmente in stanze senza finestre. È quindi necessario chiudersi dentro, sbarrando porte e finestre e ogni possibile apertura. Un seminterrato o un garage rappresentano forse l’opzione migliore, altrimenti è necessario porsi al centro dell’edificio, quanto più lontano possibile da aperture. Sopravvivere alla prima fase di una possibile esplosione nucleare è qualcosa di complicato: bisogna stare attenti a non essere contaminati o, per lo meno, assorbire meno radiazioni possibili.

L’avvelenamento radioattivo è incredibilmente rapido e, non esistendo farmaci preventivi, è necessario tentare di mantenersi il più puliti possibile. Piombo, acqua e cemento sono delle ottime barriere, sebbene l’imprevedibilità assoluta di un evento di questo tipo impedisca di sapere in anticipo dove ci si troverà al momento dell’esplosione.

Anche per gli effetti secondari, poi, la situazione può farsi molto difficile: cibi e acqua potrebbero essere contaminati ed è, quindi, necessario tentare di accedere solo a cibi alternativi, provenienti dal sottosuolo, come lombrichi, talpe, tassi, carote, patate o ravanelli. Anche l’acqua potabile è un fattore di contaminazione radioattivo elevato: dotarsi di un pozzo e bere solo acqua proveniente da esso è l’opzione più sicura. Peccato che non tutti dispongano della possibilità e delle risorse per poterselo permettere.

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