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Il calendario Maya prevedeva le eclissi con secoli di anticipo: ecco come ci riuscivano

La scienza celeste dei Maya: come il loro calendario poteva prevedere le eclissi? La risposta scientifica è finalmente arrivata

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Il celebre calendario Maya, sebbene molto diverso dal sistema a cui siamo abituati oggi, era concepito per essere uno strumento astronomico eccezionalmente accurato, capace persino di prevedere le eclissi di sole e di luna. Questa capacità di indovinare i fenomeni celesti, valida per secoli e potenzialmente applicabile anche ai fenomeni odierni, è stata oggetto di ricerca da parte di un gruppo di scienziati dell’University di Albany, negli Stati Uniti. Come altre civiltà antiche avanzate, i Maya osservavano attentamente il cielo. Il loro calendario di 260 giorni, utilizzato in origine per predire il destino individuale, celava un profondo sapere astronomico.

Il codice di Dresda e la previsione delle fasi lunari

Informazioni cruciali sul funzionamento del sistema Maya provengono dal Codice di Dresda, un manoscritto risalente al XIII o XIV secolo. Questo prezioso documento, miracolosamente sopravvissuto alla conquista spagnola del Nuovo Mondo, contiene informazioni astronomiche dettagliate, tra cui calcoli precisi del ciclo di Venere.

In particolare, il Codice presenta una tabella con 405 Lune nuove, un numero che corrisponde quasi esattamente a 46 cicli di 260 giorni. Ciò dimostra che i Maya potevano prevedere il verificarsi della Luna piena o della Luna nuova con una notevole accuratezza di un solo giorno.

Allineamento astrale e il meccanismo delle eclissi

Le eclissi si verificano quando il Sole, la Luna e la Terra riescono ad allinearsi. Come?

L’eclissi di Luna avviene quando la Luna è in fase di “piena” e viene oscurata, totalmente o parzialmente, dall’ombra della Terra, con i tre corpi allineati in quest’ordine: Sole-Terra-Luna. L’eclissi di sole si verifica quando la Luna si interpone tra il Sole e la Terra, allineati in quest’altro ordine: Sole-Luna-Terra. Se l’allineamento non è perfetto, l’eclissi è parziale.

Nel Codice di Dresda, i ricercatori hanno individuato due punti nella tabella che si avvicinavano all’allineamento esatto di Terra, Luna e Sole. Il calendario di 260 giorni, oltre a prevedere le fasi lunari, permetteva di dedurre i momenti in cui potevano verificarsi le eclissi, potenzialmente in qualsiasi parte del mondo. Sebbene le eclissi lunari siano osservabili da vaste aree, le eclissi solari sono visibili solo in zone ristrette a causa della grande differenza nelle dimensioni apparenti degli astri e dei coni d’ombra proiettati.

Il perfezionamento e la previsione

Gli studiosi hanno anche scoperto che il popolo dei Maya era consapevole del piccolo margine di scostamento che avrebbe potuto rendere meno efficace la previsione nel tempo. Per ovviare a ciò, impararono a reimpostare la tabella del calendario lunare a intervalli specifici, mantenendo così l’accuratezza del loro sistema.

Secondo gli autori dello studio, queste scoperte testimoniano gli sviluppi della teoria lunare tra gli specialisti del calendario Maya a partire dal 350 d.C. circa. La tabella delle eclissi nel Codice di Dresda – che molto probabilmente copriva un periodo superiore ai 32 anni, a partire dal 1083 o dal 1116 d.C. – riportava le date possibili in cui le eclissi solari avrebbero potuto verificarsi nei loro territori. Se quest’ultima ipotesi fosse confermata, allora dimostrerebbe che i Maya sarebbero stati in grado di predire tutte le eclissi fino a oggi, comprese le due che hanno recentemente attraversato il Messico.

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