Le acque di uno dei luoghi più simbolici ed evocativi delle Sacre Scritture si sono improvvisamente tinte di rosso vivo, suscitando stupore, inquietudine e una pioggia di interpretazioni. Per alcuni si tratta di un fenomeno naturale, per altri di un presagio oscuro che richiama antiche profezie e pagine drammatiche dell’Antico e del Nuovo Testamento. Ma cosa sta succedendo davvero? Scopriamolo insieme.
- Onde rosse sul Mare di Galilea: le suggestioni bibliche del fenomeno
- La spiegazione scientifica delle acque rosse del lago di Galilea
- Perché quelle acque rosse hanno colpito così tanto l’immaginario collettivo?
Onde rosse sul Mare di Galilea: le suggestioni bibliche del fenomeno
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Sulle sponde del Mare di Galilea (noto anche come Lago di Tiberiade o di Genesaret), in Israele, i visitatori sono rimasti senza parole di fronte a un panorama surreale: onde color sangue che si infrangevano lente, che sembravano uscire di peso da un racconto dell’Esodo.
Non è quindi stato un caso che in tanti – tra coloro che l’hanno visto direttamente e chi invece ha visto le foto in giro per il web – hanno subito associato la scena alla prima delle dieci piaghe inflitte da Dio all’Egitto, quando le acque del Nilo, colpite dal bastone di Mosè, si trasformarono in sangue.
Sui social, le immagini hanno alimentato teorie e isterie di massa tra coloro che temono che stia arrivando la “fine dei tempi”, al punto da scatenare veri e propri dibattiti religiosi. Le autorità israeliane hanno però spiegato la vera ragione del fenomeno: dietro quelle acque rosse non c’è nessun evento soprannaturale, bensì un fenomeno naturale dovuto alla fioritura di microalghe verdi che, sotto la luce intensa, sviluppano pigmenti rossi.
In realtà, quello di Galilea è un lago d’acqua dolce, ma viene spesso chiamato “mare” a causa del suo significato simbolico e della sua importanza storica, in particolare nei Vangeli, dove viene citato come il luogo della predicazione di Gesù e di diversi miracoli.
La spiegazione scientifica delle acque rosse del lago di Galilea
Il Ministero dell’Ambiente israeliano e il laboratorio di ricerca Kinneret hanno identificato la responsabile in un’alga microscopica: la Botryococcus braunii. Si tratta di un organismo presente in vari ambienti acquatici, nota per la produzione di idrocarburi simili al petrolio.
L’intensa colorazione che hanno assunto le acque del lago è dovuta all’accumulo di pigmenti naturali in particolari condizioni ambientali, ovvero le temperature elevate, un’acqua ricca di nutrienti e il forte irraggiamento solare.
I test effettuati dagli studiosi hanno addirittura confermato che l’acqua è sicura per la balneazione, senza rischi per la salute umana o per la fauna locale. Eppure, la suggestione di quell’immagine rimane fortissima, complice la centralità biblica di questo lago, teatro di miracoli come la camminata sull’acqua e la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ma anche di richiami a quel Nilo che si trasformò in sangue. Specie in un momento in cui la delicata situazione mediorientale – specie con la guerra e l’occupazione di Gaza da parte di Israele – è sotto gli occhi del mondo intero.
Perché quelle acque rosse hanno colpito così tanto l’immaginario collettivo?
Il colore rosso delle acque del lago di Tiberiade ha infatti toccato corde profonde nelle comunità cristiane ed ebraiche di tutto il pianeta, anche se non è la prima volta che un simile fenomeno accade in questo luogo o in altri legati alla Bibbia.
Nel 2021, ad esempio, una pozza vicino al Mar Morto, nell’area storica di Moab, si tinse dello stesso colore, alimentando storie e leggende sulla distruzione delle città di Sodoma e Gomorra.
L’eco del racconto biblico delle piaghe d’Egitto — dal Nilo trasformato in sangue alle invasioni di rane e locuste — continua a influenzare l’immaginario collettivo. La scienza, però, ci dà delle rassicurazioni e ci spiega che per non avere paura ci basta osservare la natura, comprenderne i meccanismi e, al tempo stesso, non dimenticare il valore simbolico che certe visioni suscitano nell’animo umano.