C’è un testo antichissimo, rimasto ai margini del cristianesimo ufficiale, che sta facendo molto discutere. Si tratta del Vangelo di Tommaso, un manoscritto risalente a oltre 1.600 anni fa, ritrovato nel 1945 in Egitto nei pressi di Nag Hammadi. Nonostante la sua età e il contenuto sconvolgente, non fu incluso nel Nuovo Testamento, ma oggi è tornato sotto i riflettori, anche grazie alla diffusione sui social e a nuove riflessioni di studiosi e divulgatori.
- Un Vangelo fuori dagli schemi
- Perché fu escluso dalla Bibbia
- Detti misteriosi e provocatori
- Un ritrovamento che ha riscritto la storia
Un Vangelo fuori dagli schemi
Il Vangelo di Tommaso non è un racconto della vita di Gesù, come accade nei testi canonici di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Si tratta invece di una raccolta di 114 detti attribuiti a Gesù, presentato non come un salvatore venuto a morire per i peccati dell’umanità, ma come un maestro di sapienza interiore, un guida spirituale che invita alla consapevolezza personale.
La frase che più di tutte riassume il messaggio di questo testo è: “Il Regno è dentro di voi”. Non nei templi, non nelle gerarchie, ma nel cuore e nella coscienza di ciascuno. È un messaggio che risuona profondamente, soprattutto oggi, ma che nel contesto della Chiesa primitiva suonava come una minaccia.
Perché fu escluso dalla Bibbia
Secondo molti studiosi, il Vangelo di Tommaso fu rifiutato dai padri della Chiesa perché minava le basi del potere ecclesiastico nascente. Se l’uomo può trovare la salvezza dentro di sé, senza bisogno di sacerdoti, rituali o strutture religiose, allora il ruolo dell’istituzione viene meno. Inoltre, il testo suggerisce che la vera immortalità si raggiunge tramite la conoscenza spirituale, e non solo attraverso la fede o i sacramenti.
Questa visione “gnostica” – cioè basata su una conoscenza interiore – era vista con sospetto e finì per essere dichiarata eretica. Ecco perché, secondo alcuni, il manoscritto venne nascosto con cura, sigillato in un vaso di terracotta e sepolto, forse proprio per proteggerlo dalla distruzione.
Detti misteriosi e provocatori
Tra i passaggi più sorprendenti del testo si trova quello che recita: “Spezza un legno e io sono lì; solleva una pietra e mi troverai”. Questa frase rafforza l’idea che la divinità sia ovunque, non legata a luoghi sacri ma presente in ogni elemento della realtà. In un altro detto si legge: “Chi scoprirà il significato di queste parole non conoscerà la morte”, suggerendo che l’interpretazione profonda del messaggio porti a una forma di salvezza personale.
Il primo versetto del testo è ancora più esplicito: “Questi sono i detti segreti che Gesù il vivente ha pronunciato e che Didimo Giuda Tommaso ha trascritto”. Questo attribuisce l’autorialità a Tommaso, l’apostolo “incredulo”, e rende il contenuto ancora più affascinante per chi studia le origini del cristianesimo.
Un ritrovamento che ha riscritto la storia
Il manoscritto, insieme ad altri tredici testi, è stato scoperto casualmente da un contadino egiziano. La collezione è oggi considerata una delle scoperte più importanti del XX secolo in ambito religioso e archeologico. Oltre al Vangelo di Tommaso, erano presenti anche altri vangeli apocrifi, come quello di Filippo e quello di Verità.
Sebbene molti teologi continuino a contestarne la validità storica, il Vangelo di Tommaso ha aperto uno squarcio su un possibile volto diverso di Gesù: non tanto fondatore di una religione, quanto iniziatore di un cammino interiore. E proprio per questo, secondo alcuni, il suo “segreto più sconvolgente” non è un mistero da svelare, ma una verità da riscoprire dentro ognuno di noi.