Gli insetti che conosciamo bene non sono molti, ma ce n’è uno che faremmo meglio a scoprire. Si tratta infatti di una “cimice assassina” che, piccola e mimetica, è più temibile di una vespa. Proprio così: il suo morso è sorprendentemente intenso e dietro il suo aspetto innocuo si nasconde un terribile predatore. Scopriamolo insieme.
- La cimice assassina è ormai diffusa in Italia
- L’insetto assassino “utile” che contrasta la Xylella
- Il morso della cimice assassina è più doloroso di quello di una vespa
- Cosa fare quando si incontra una cimice assassina
- Cosa fare se la cimice assassina ti punge: istruzioni per il primo soccorso
La cimice assassina è ormai diffusa in Italia
Quando parliamo di cimice assassina ci riferiamo alla zelus renardii, un insetto eterottoro della famiglia Reduviidae, originario del continente americano. Il suo soprannome inquietante deriva dalla letalità del suo metodo di caccia: inietta degli enzimi digestive alle prede attraverso un doloroso pungiglione, immobilizzando e dissolvendo gli organi interni della vittima, per poi nutrirsi dei liquidi risultanti.
Il suo aspetto è poco vistoso e non arriva agli 1,5-2 centimetri. Ha un corpo allungato e gli occhi rossastri e possiamo incontrarlo durante l’estate sulle piante, nei giardini e nei campi, dove aspetta pazientemente che una preda passi a tiro.
È arrivata in Europa da pochi anni, probabilmente nascosta tra piante ornamentali o merci d’importazione. I primi esemplari sono stati segnalati in Grecia e Spagna circa quindici anni fa, ma la prima segnalazione in Italia risale al 2013. Oggi la sua presenza è confermata in molte regioni del nostro Paese – Lazio, Liguria, Sicilia, Sardegna e Basilicata. Si tratta di una specie “aliena” che si è adattata sia alle aree agricole che ai parchi urbani e ai giardini domestici.
L’insetto assassino “utile” che contrasta la Xylella
Zelus renardii non attacca direttamente le piante né causa danni diretti alle colture ma è entrata nelle cronache scientifiche poiché potrebbe rivestire un importante ruolo nella lotta alla Xylella fastidiosa, il batterio killer degli ulivi.
Essendo un predatore generalista di molti parassiti, tra le sue prede rientra anche la sputacchina (Philaenus spumarius), il piccolo cicadellide vettore del batterio Xylella negli oliveti. E, proprio per questo, potrebbe essere utilizzato come agente naturale di biocontrollo biologico, una sorta di insetticida vivente.
Va però valutato il suo impatto sui sistemi locali poiché – essendo una specie comunque aliena e predatoria – potrebbe avere degli effetti disastrosi sulla diffusione e l’azione di altri insetti, soprattutto se utili all’agricoltura e agli ecosistemi locali.
Il morso della cimice assassina è più doloroso di quello di una vespa
Fin qui sembrano esserci più rose che spine, ma la cimice assassina è diventata piuttosto celebre per un altro fattore: la dolorosità della sua puntura.
Sia chiaro, questa cimice non è affatto aggressiva verso l’uomo ma – se disturbata o afferrata senza cautela – può pungere. E i risultati non sono affatto piacevoli.
Il suo è un morso estremamente doloroso, addirittura più intenso di una puntura di vespa o di ape.
Inoltre, la reazione locale è importante: sull’area del morso si forma un pomfo arrossato e gonfio (edema) accompagnato da bruciore e prurito prolungati, che possono persistere anche per 10-15 giorni. In certi casi sono stati registrati anche dolore diffuso, febbre e infiammazioni, sebbene spesso la sintomatologia si limiti a un fastidio locale. Sembra che non siano nemmeno documentati casi di reazioni allergiche gravi, anche perché zelus renardii non succhia sangue umano né inocula agenti infettivi tramite il suo morso.
Cosa fare quando si incontra una cimice assassina
Considerando la sua diffusione, è possibile imbattersi in una cimice assassina anche nei nostri giardini o persino in casa.
Innanzitutto non c’è bisogno di andare panico: la zelus renardii non attacca spontaneamente gli esseri umani e anzi contribuisce a liberare l’orto da insetti dannosi. Bisogna però lasciarla in pace e, soprattutto, non toccarla. Osservandola da vicino, la si può subito distinguere dalle comuni cimici verdi per il corpo non schiacciato e più allungato, oltre che per le colorazioni diverse (marroni-grigiastre con parti aranciate o nerastre).
È difficile che entri in casa, in quanto – in primavera e in estate – preferisce vivere all’aria aperta, tra siepi, cespugli e vasi fioriti: non è attratta dalla luce artificiale né dal calore delle abitazioni come altre cimici. Tuttavia, con l’arrivo dell’autunno, questi insetti cercano rifugi sicuri per superare i mesi freddi e può capitare che si intrufolino accidentalmente in casa alla ricerca di un riparo. Non di rado vengono rinvenuti tra la biancheria stesa all’aperto, dentro scarpe lasciate fuori casa o negli angoli dei magazzini e dei solai.
Se ne avvistiamo una, l’importante è non toccarla mai a mani nude e, soprattutto, non schiacciarla. Ogni gesto incauto potrebbe istigare l’insetto alla puntura e, come le cimici comuni, se minacciata emette un odore sgradevole.
La cosa migliore da fare è lasciarla in pace o, se ne troviamo una in casa, è meglio tentare di spostarla gentilmente all’esterno. Per farlo, si può ad esempio posare un barattolo o un bicchiere sopra l’insetto e farlo scivolare su un foglio, in modo da intrappolarlo senza toccarlo, per poi liberarlo in giardino. Da evitare anche l’uso di insetticidi spray in casa, sia perché inutili contro un singolo esemplare sia perché è tutto sommato un insetto utile che non prolifera al punto da causare infestazioni domestiche.
Cosa fare se la cimice assassina ti punge: istruzioni per il primo soccorso
Malgrado tutte le precauzioni, essere punti da una cimice assassina è un’eventualità, specie se la si trova tra il bucato o dentro una scarpa. Qualora dovesse morderci, non bisogna andare panico: il dolore sarà intenso sul momento, ma con alcuni semplici accorgimenti si può gestire la situazione al meglio.
Per prima cosa, tentiamo di allontanare l’insetto (facendolo cadere senza afferrarlo a mani nude) e poi laviamo subito la zona colpita con acqua e sapone neutro. La pulizia aiuta a rimuovere eventuali residui di saliva irritante e a prevenire infezioni batteriche secondarie sulla pelle lesa. In secondo luogo, procediamo ad applicare del ghiaccio avvolto in un panno sulla puntura: il freddo riduce sia il gonfiore sia la percezione del dolore, dando sollievo immediato. Se il dolore o il prurito persistono, può essere utile stendere delicatamente una crema lenitiva o antistaminica sulla zona. Grattarsi è inutile: aggraverebbe l’irritazione e potrebbe prolungare l’infiammazione.
In genere, il rossore e il gonfiore regrediscono spontaneamente nell’arco di 24-48 ore. Può rimanere un piccolo ponfo o del prurito locale per qualche giorno, ma senza conseguenze serie. Nella stragrande maggioranza dei casi il morso della cimice assassina non richiede cure mediche e guarisce spontaneamente in breve tempo.
Qualora però i sintomi diventino prolungati, anomali o preoccupanti, il consiglio è quello di farsi controllare da un medico.