Fonte: 123rf.com

Attenzione a ció che butti dal finestrino dell'auto, questo gesto potrebbe costarti fino a 18mila euro (e anche l'arresto)

Dal 9 agosto basta un video per incastrare chi getta rifiuti dall’auto: rischio carcere e perfino sospensione della patente

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Un gesto che è meglio non fare. Ma che purtroppo sono in molti a compiere, forse senza pensarci troppo: gettare un mozzicone di sigaretta o una bottiglietta dal finestrino. E’ bene sapere però, che da oggi può trasformarsi in un problema enorme. Con il decreto-legge 8 agosto 2025, n. 116, entrato in vigore il 9 agosto, l’Italia ha scelto la linea dura: multe record, carcere e videosorveglianza per fermare chi abbandona rifiuti dai veicoli.

Telecamere come occhi elettronici

La grande novità è la modifica all’articolo 15 del Codice della Strada: ora qualsiasi telecamera, pubblica o privata, può essere usata come prova diretta. Non serve più che un agente fermi il trasgressore sul momento: basta una registrazione che mostri il veicolo e il lancio del rifiuto. La polizia locale, una volta identificata la targa, può notificare la sanzione anche giorni dopo.

Le nuove sanzioni: dalla multa al carcere

Il decreto distingue le pene in base alla gravità del rifiuto e del luogo in cui viene abbandonato:

– Piccoli rifiuti (mozziconi, scontrini, fazzoletti): fino a 1.188 euro di multa.

– Rifiuti voluminosi (bottiglie, lattine, sacchetti): scatta il penale, con ammende da 1.500 a 18.000 euro e segnalazione alla Procura.

– Aree sensibili o già inquinate: previsto l’arresto (obbligatorio o differito), da 6 mesi a 5 anni e mezzo di carcere, fino a 7 anni nei casi più gravi.

A questo si aggiungono altre misure:

sospensione della patente fino a 6 mesi per chi commette reati;

confisca del mezzo aziendale se il proprietario non dimostra estraneità;

responsabilità diretta per i titolari d’impresa, che rischiano fino a 5 anni e mezzo di carcere per omessa vigilanza.

Non solo inciviltà, ma pericolo

Il provvedimento non riguarda soltanto il decoro urbano o la tutela ambientale. C’è anche un tema di sicurezza stradale.

Lo ricorda Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e referente Anci per Viabilità Italia: “Un rifiuto lanciato da un’auto può colpire un motociclista o causare incidenti a catena. Inoltre, può provocare danni ambientali seri”. Basti pensare a un mozzicone che innesca un incendio in estate, o a una bottiglia di plastica che finisce nei fiumi contribuendo all’inquinamento da microplastiche.

Una sfida culturale

l governo punta su multe record, carcere e sorveglianza video per stroncare un’abitudine purtroppo radicata. Ma resta una domanda: sarà davvero sufficiente la paura della sanzione a cambiare i comportamenti di chi, finora, ha considerato quel gesto come “normale”?

In fondo, il problema non è solo di ordine pubblico o ambientale, ma culturale. Buttare un rifiuto dal finestrino è un gesto che tradisce un atteggiamento: l’idea che lo spazio esterno non ci appartenga, che “qualcun altro” se ne occuperà. È la mentalità che vede la strada come un non-luogo, in cui liberarsi di ciò che ci dà fastidio senza preoccuparsi delle conseguenze.

Eppure, quelle conseguenze esistono e spesso ricadono proprio su di noi:

un mozzicone abbandonato può trasformarsi in un incendio estivo che mette a rischio case, boschi e persone;

una bottiglia di plastica gettata dal finestrino può finire in un corso d’acqua e tornare a noi sotto forma di microplastiche nel cibo o nell’acqua potabile;

una lattina che rimbalza sull’asfalto può diventare una trappola per un motociclista o un ciclista.

Per questo la sfida non può limitarsi alla repressione: servono educazione, campagne di sensibilizzazione, responsabilità collettiva. Il decreto è il bastone, ma serve anche la carota: una nuova consapevolezza che spinga ciascuno di noi a comportarsi meglio non perché teme la multa, ma perché ha capito che quel gesto danneggia tutti.

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