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Sai qual è il santo a cui rivolgersi per trovare l'amore? La preghiera per trovare un fidanzato o una fidanzata nel mese di giugno

Albume, fave sotto il cuscino e preghiere al santo: così la tradizione popolare chiama l’amore nella notte più magica dell’estate.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Giugno è il mese che apre le porte all’estate ed è anche un periodo denso di magia, leggende e speranze, soprattutto per chi cerca l’amore. Tra le notti più affascinanti dell’anno, quella del 23 giugno (vigilia di San Giovanni), occupa un posto speciale. È il momento in cui sacro e profano si intrecciano, e molte persone, da secoli, si affidano a preghiere e piccoli rituali propiziatori per scoprire qualcosa sul proprio destino sentimentale.

San Giovanni Battista, il santo a cui rivolgersi per trovare l’amore

Il santo a cui rivolgersi, naturalmente, è proprio San Giovanni Battista, una delle figure più importanti del cristianesimo. Protettore di tante cause, tra cui la fecondità e la rigenerazione, viene invocato anche per questioni di cuore. La sua notte è considerata un portale tra mondi.

Cugino di Gesù, è conosciuto come il profeta che lo ha annunciato e battezzato nel fiume Giordano. Nella tradizione cristiana, rappresenta la luce che precede la venuta del Messia, ed è per questo che la sua festa cade poco dopo il solstizio d’estate, quando le giornate iniziano lentamente ad accorciarsi. È il simbolo del rinnovamento, della purificazione e della speranza. E proprio per la sua forza spirituale e il legame con l’acqua, è stato nei secoli associato anche ai desideri del cuore e alla ricerca dell’amore.

Il rito della rugiada

Una delle pratiche più suggestive per rivolgersi al santo è quella legata alla rugiada. Secondo la tradizione popolare, durante la notte di San Giovanni, l’erba si ricopre di gocce cariche di energia. Rotolarsi su un prato bagnato o raccogliere con cura quella rugiada significa ricevere protezione, salute, fertilità… e, per chi è in cerca di un fidanzato o di una fidanzata, anche un piccolo aiuto per farsi notare dalla persona giusta. Si diceva che sfiorare la rugiada al primo raggio di sole potesse rendere più “visibili” agli occhi dell’amore.

Il rito dell’albume

Un altro rito antico, praticato da molte ragazze non ancora sposate, è quello dell’albume nel bicchiere. Si prende un uovo, si separa il bianco dal tuorlo e lo si versa in un bicchiere d’acqua. Il bicchiere viene poi lasciato tutta la notte sul davanzale, affinché il Santo “parli” attraverso la forma che l’albume assume. Alcuni vedevano vele, altri lettere, altri ancora strumenti da lavoro che avrebbero indicato la professione del futuro sposo. Era, insomma, un modo poetico per interrogare il destino e visualizzare la propria speranza più grande.

Il rito delle fave

Non manca un rito “notturno” piuttosto insolito e che si affida alla casualità: quello delle tre fave sotto il cuscino. Prima di andare a dormire, se ne prende una completamente sbucciata (nuda), una a metà (mezza vestita) e una intera (vestita). Il mattino dopo, senza guardare, se ne pesca una dal sacchetto: quella scelta indicherà il tipo di amore o di futuro che si incontrerà. La fava nuda? Un amore povero ma forse sincero. Quella intera? Fortuna, abbondanza e una vita con un compagno solido. La mezza? È la classica via di mezzo, come accade spesso nella vita reale.

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