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Spese mediche e detrazioni nel 730, occhio a questo dettaglio troppo spesso trascurato: rischi di dover rinunciare al rimborso

Hai pagato una visita medica ma non puoi scaricarla? È un errore comune: dipende tutto da una condizione spesso ignorata

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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Content writer, video editor e fotografa, ha conseguito un Master in Digital & Social Media Marketing. Scrive articoli in ottica SEO e realizza contenuti per social media, con focus su Costume & Società, Moda e Bellezza.

La stagione della dichiarazione dei redditi è entrata nel vivo, e con essa tornano i soliti dubbi su cosa si possa o non si possa detrarre nel modello 730. Uno degli errori più frequenti riguarda proprio le spese mediche: molti contribuenti, in buona fede, pensano che basti aver pagato una prestazione sanitaria per poterne beneficiare fiscalmente. Purtroppo non è così semplice.

Chi può detrarre le spese mediche?

Andiamo con ordine: secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle Entrate, a poter detrarre le spese mediche non è chi paga materialmente la prestazione, bensì chi risulta intestatario del documento fiscale, sia che si tratti di una fattura o del cosiddetto “scontrino parlante”. Questo significa che, se una visita medica è stata pagata da un figlio per il padre, ma la fattura è intestata al genitore, il diritto alla detrazione resta comunque in capo a quest’ultimo, anche se non ha sostenuto il costo.

Questa regola può creare confusione, specialmente nei nuclei familiari dove è normale che i membri si aiutino a vicenda, dividendo spese o anticipando pagamenti. Il principio di base, però, è chiaro: la detrazione spetta solo se il documento fiscale è intestato alla persona per cui si chiede il rimborso.

L’opzione familiari a carico

Fa eccezione a questa regola il caso dei familiari fiscalmente a carico. In questo caso, il contribuente può detrarre le spese mediche sostenute anche se la fattura è intestata a un familiare diverso, a condizione che quest’ultimo abbia un reddito inferiore a 2.840,51 euro l’anno (o 4mila euro se ha meno di 24 anni). Anche in questo scenario è comunque essenziale che la documentazione riporti i dati corretti del familiare e che il pagamento sia stato effettuato con un mezzo tracciabile (bancomat, carta di credito o bonifico).

Attenzione anche in farmacia

Un altro punto spesso trascurato riguarda gli acquisti di farmaci. Molti non sanno che, per detrarre queste spese, è obbligatorio che lo scontrino riporti il codice fiscale della persona per cui si richiede la detrazione. Un esempio emblematico? Se un nonno acquista un medicinale per sé ma, al momento del pagamento, comunica il codice fiscale del nipote, sarà quest’ultimo ad avere diritto al rimborso, anche se non ha pagato lui. Il contrario, invece, non è valido.

Mai in contanti: serve la tracciabilità

Un’altra condizione indispensabile per ottenere le detrazioni è la tracciabilità del pagamento. Le spese mediche pagate in contanti non danno diritto ad alcun rimborso, nemmeno se la fattura è correttamente intestata. Questo principio si applica a visite mediche, esami diagnostici, prestazioni specialistiche e anche all’acquisto di farmaci: se non si utilizza un mezzo di pagamento tracciabile, il Fisco non riconosce il diritto alla detrazione.

Meglio controllare prima tutte le ricevute di pagamento

Il consiglio più utile in questi casi è quello di controllare attentamente ogni scontrino e fattura prima di consegnarli al commercialista o inserirli nella dichiarazione precompilata. Un errore apparentemente banale, come un codice fiscale sbagliato o un pagamento in contanti, può costare caro e far perdere un rimborso anche importante. Meglio pensarci prima che ritrovarsi con l’amaro in bocca dopo!

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