Il modello 730 è un documento fondamentale per la dichiarazione dei redditi in Italia. Tra le voci che riducono l’imposta da versare ci sono anche le spese mediche e sanitarie, che danno diritto a una detrazione pari al 19 per cento. Tuttavia, a partire dal 2020, la Legge di Bilancio ha introdotto l’obbligo di tracciabilità per le spese che danno diritto alle detrazioni.
Ciò significa che sono detraibili solo le somme pagate con metodi tracciabili (ovvero effettuate tramite carta o bonifico), mentre i pagamenti in contanti non danno diritto agli sconti. In altre parole, se si vuole beneficiare dello sconto IRPEF tramite il modello 730, è necessario considerare la modalità di pagamento.
Tuttavia, per le spese mediche e sanitarie sono previste delle eccezioni. Infatti, l’acquisto di medicinali, dispositivi medici e prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche, nonché le prestazioni sanitarie rese da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale, danno diritto alla detrazione anche per le spese pagate in contanti.
È importante quindi non buttare gli scontrini delle spese mediche e sanitarie pagate con denaro liquido, in quanto possono essere utilizzati per ottenere la detrazione fiscale. Inoltre, è possibile anche inserire questi costi nella dichiarazione dei redditi precompilata elaborata dall’Agenzia delle Entrate, disponibile dal 30 aprile. Anche chi si è opposto all’utilizzo dei dati sanitari può indicare i costi sostenuti al momento della presentazione del modello 730, che deve essere effettuata entro la scadenza del 2 ottobre 2023.
Quindi, se si hanno spese mediche e sanitarie da dichiarare nel modello 730, è importante prestare attenzione alla modalità di pagamento e conservare gli scontrini, anche se pagati in contanti. In questo modo, si potrà beneficiare della detrazione fiscale prevista dalla legge. E magari ottenere un bel rimborso oppure uno sconto sul totale da pagare. Piccoli dettagli che possono però fare la differenza.