In questo momento storico, l’eco di una Terza Guerra Mondiale fa molta paura. La guerra della Russia in Ucraina, il conflitto tra Israele e Palestina, ora gli attacchi tra Iran ed Israele stanno minando un lungo periodo di pace. Eppure le recenti dichiarazioni di Donald Trump al giornalista Bob Woodward, suonano come un delirio apocalittico che richiama alla memoria il personaggio del Dottor Stranamore di Stanley Kubrick.
Il Presidente americano Trump ha parlato senza mezzi termini di un ordigno bellico senza precedenti, affermando: “Ho costruito un nucleare… un’arma che nessuno ha mai avuto prima in questo paese. Abbiamo qualcosa che non hai mai visto e non hai mai sentito. Abbiamo qualcosa di cui Putin e Xi non hanno mai saputo. Quello che abbiamo è incredibile”. Inizialmente, queste parole potevano suonare come una delle sue solite iperboli, ma il celebre quotidiano Washington Post ha riportato che, a dispetto delle aspettative, fonti anonime all’interno delle forze armate statunitensi avrebbero successivamente confermato l’esistenza di una vera arma segreta. La sorprendente e forse incauta ammissione di Trump, che ha lasciato perplesse le stesse fonti militari, solleva interrogativi cruciali sulla trasparenza delle operazioni del Pentagono e sulle reali capacità militari americane.
È possibile un’arma nucleare definitiva?
L’idea che il Pentagono possa aver sviluppato e reso operativa un’arma letale per la specie umana, mobilitando risorse ingenti e una schiera di scienziati per anni, senza che sia trapelata la minima indiscrezione, appare quasi fantascienza, degna di un complotto cinematografico. Eppure, la storia militare ci insegna che il segreto è una componente fondamentale delle strategie di difesa e offesa. L’esempio più lampante è l’elicottero Stealth utilizzato nel blitz che nel 2011 uccise Osama Bin Laden. I resti di quel velivolo, mai visto prima e di cui non esistono foto pubbliche, dimostrarono inequivocabilmente l’esistenza di una tecnologia ultra-segreta, progettata specificamente per missioni invisibili e capace di ridurre al massimo il rumore e la traccia radar. Questo elicottero fu costruito in più esemplari, mantenendo una riservatezza assoluta tale che i rottami furono restituiti dal Pakistan, pare, dietro una contropartita economica stratosferica, a testimonianza del valore strategico della tecnologia occultata.
L’elicottero per uccidere Bin Laden
Tuttavia, la progettazione e la realizzazione di un elicottero Stealth, pur richiedendo tecnologie speciali e anni di ricerca, sono ben diverse dalla concezione e produzione di un’arma nucleare. Questa ultima operazione richiede fondi enormi, una quantità impressionante di scienziati con competenze diverse (fisici nucleari, ingegneri dei materiali, esperti di balistica) e anni di studi, test e lavoro intensivo. Dopo la fine della Guerra Fredda, l’attenzione del pubblico e dei media sulla proliferazione nucleare e sulla trasparenza degli arsenali è cresciuta esponenzialmente.
Non c’è mai stato, in tempi recenti, un progetto così complesso e di tale portata che sia rimasto completamente sepolto nel segreto più impenetrabile. La stampa americana, in particolare, è notoriamente attenta a scandagliare i contratti del Pentagono, e qualsiasi investimento di tale portata dovrebbe passare al vaglio minuzioso delle Commissioni parlamentari, con dibattiti pubblici e votazioni. Un esempio recente è la richiesta, poi ritirata dopo le polemiche, che il Centro per le ricerche nucleari dell’Air Force aveva presentato lo scorso agosto per un missile intercontinentale ipersonico, capace di raggiungere velocità elevatissime. Questa richiesta, pur rientrando in un programma di aggiornamento dell’arsenale missilistico destinato a chiudersi nel 2070 con un costo preventivato di 85 miliardi di dollari, aveva immediatamente destato allarme dopo la segnalazione di una rivista specializzata, ripresa da diversi siti web.
Speculazioni sull’arma di Trump?
Le dichiarazioni di Trump a Woodward, rilasciate mentre rievocava le tensioni con la Corea del Nord nel 2017 – un periodo in cui i due Paesi erano arrivati a un passo dallo scontro – suggeriscono l’esistenza di un ordigno non solo operativo, ma anche capace di spiazzare completamente le intelligence russa e cinese. La passione del presidente per le testate nucleari è ben nota; durante la sua amministrazione, dopo anni in cui gli Stati Uniti si erano concentrati prevalentemente sulla lotta globale al terrorismo, Trump ha riaperto con forza il confronto con Russia e Cina, puntando con decisione sull’ammodernamento e sul potenziamento dell’arma atomica. Dei progetti ufficialmente avviati durante la sua presidenza, l’unico entrato in servizio è la W76-2, una versione aggiornata di una bomba “tattica” a basso potenziale, già schierata sui missili di almeno un sottomarino. Tuttavia, questo ordigno non può assolutamente corrispondere all’identikit delineato nell’intervista con il celebre giornalista americano: le frasi del presidente fanno pensare a qualcosa di molto più sofisticato e rivoluzionario, tale da garantire una supremazia tecnologica assoluta, capace di alterare gli equilibri di potere globali.
Un’arma che viene dallo spazio
Nell’assenza del minimo indizio concreto riguardo a un nuovo ordigno terrestre o sottomarino capace di tanto, i sospetti cominciano a guardare con crescente preoccupazione allo spazio. Da tempo, una navetta militare misteriosa chiamata X-37 viene lanciata nell’orbita terrestre; l’ultima missione risale allo scorso maggio, mantenendo un profilo di estrema segretezza. Nessuno sa con certezza cosa faccia questa astronave robot durante i suoi lunghi viaggi nello spazio, e questa segretezza alimenta speculazioni sempre più inquietanti.
Tutti ricordano dove si era fermata la corsa all’arma finale della vecchia Guerra Fredda: sia gli Stati Uniti che l’Unione Sovietica stavano studiando intensamente la possibilità di piazzare missili nucleari sui satelliti, capaci di colpire ovunque sulla superficie terrestre in tempi rapidissimi e con preavviso minimo. E con un brivido, adesso, si comincia a temere che quel disegno folle, quell’incubo strategico che sembrava archiviato, sia stato non solo ripreso, ma addirittura portato a compimento. Nel segreto più assoluto, fuori dalla vista dei satelliti spia e dalle reti di intelligence convenzionali.
Questo scenario aprirebbe una nuova, preoccupante frontiera nella corsa agli armamenti, rendendo ancora più precarie le già fragili dinamiche globali e aumentando esponenzialmente la possibilità di un’escalation incontrollata. La retorica di Trump, dunque, potrebbe non essere stata solo una millanteria o una delle sue consuete provocazioni, ma il velato accenno a una realtà militare che, se confermata, riscriverebbe le regole della geopolitica mondiale. Che si tratti di un’arma ipersonica in fase avanzatissima, di un sistema spaziale offensivo radicalmente nuovo o di qualcosa di ancora più impensabile, il velo di segretezza che avvolge queste affermazioni continua a generare tanti interrogativi.