Per prevedere il sesso del nascituro basta guardare il volto del papà: lo dice la scienza

Altro che ecografie: uno sguardo al volto del futuro papà potrebbe bastare per sapere se nascerà un maschio o una femmina.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Sarà lui? Sarà lei? Sarà parte di noi…”, recita una celebre canzone neomelodica molto in voga nei gender reveal video, ma è essenzialmente la domanda che ogni coppia si pone non appena scopre di aspettare un figlio. E se bastasse osservare il volto del futuro papà per scoprirlo con largo anticipo? Un sorprendente studio dell’Università del Michigan suggerisce proprio questo: alcuni tratti facciali maschili sarebbero predittivi del sesso del primogenito. Una teoria che intreccia attrazione, biologia e psicologia evolutiva.

Lo studio: volti maschili e figli maschi

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. La ricerca, pubblicata sulla rivista Adaptive Human Behavior and Physiology, ha coinvolto 104 coppie eterosessuali con almeno un figlio. Agli uomini è stato chiesto di fornire una propria fotografia, poi valutata da un gruppo di studiosi secondo criteri come attrattività, mascolinità, femminilità e dominanza. Il risultato? Solo quest’ultima qualità ha mostrato una correlazione significativa con il sesso del primo figlio.

Il dato più interessante riguarda la probabilità: gli uomini con tratti percepiti come dominanti avevano l’83% in più di possibilità di avere un maschio come primogenito rispetto a quelli con un volto meno dominante. Un risultato estremamente curioso, che ha sorpreso gli stessi ricercatori.

Cos’è esattamente la “dominanza facciale” che “prevede” il sesso del nascituro?

La “dominanza facciale” non è data solo da una mascella pronunciata o dalle sopracciglia marcate. Si tratta di un concetto che racchiude un insieme di tratti – come simmetria, intensità dello sguardo, struttura ossea – che trasmettono assertività, sicurezza e controllo.

Tuttavia, non è un parametro oggettivo. La dominanza viene determinata in base alla percezione degli altri, e non da misure scientifiche. In pratica, è il modo in cui il viso di una persona “impressiona” chi lo guarda.

Il volto della madre non influenza il sesso

Interessante è anche un dettaglio che lo studio (non) ha riscontrato: non esiste nessuna correlazione tra i tratti facciali delle madri e il sesso del nascituro. Un dato che suggerisce che l’eventuale influenza possa essere legata in qualche modo a fattori ormonali o a dinamiche di attrazione inconscia.

Una delle ipotesi del ricercatore principale, Benjamin Zubaly, è che le donne con livelli più alti di testosterone – a loro volta più propense a generare figli maschi – siano inconsciamente attratte da volti maschili dominanti.

Come ogni studio sperimentale, anche questa ricerca ha i suoi limiti. In primo luogo, si basa su dati retrospettivi, con informazioni raccolte anni dopo la nascita dei figli. Inoltre, i criteri per definire la dominanza facciale variano a seconda del contesto culturale, rendendo difficile una standardizzazione universale. Ciò nonostante, il lavoro apre a nuove riflessioni sul ruolo dell’evoluzione sessuale e della selezione inconscia nei rapporti di coppia.

La cautela arriva dagli stessi ricercatori, che rivelano che servono ulteriori approfondimenti per comprendere davvero i meccanismi biologici che potrebbero spiegare questa correlazione. Ma intanto, l’idea che una semplice foto del papà possa sostituire le più complesse tecniche di predizione fa sorridere – e riflettere.

Oggi che i party di “gender reveal” vanno di moda e sono sempre più spettacolari, l’idea che un’analisi facciale possa bastare per anticipare il sesso del bebè sembra semplicemente rivoluzionaria.

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